di Nunzio DELL'ABATE
Correva l’anno 2009 quando si progettò un bacino portuale di un certo rilievo, con tanto di braccio protettivo oltre il muraglione. L’intervento consentiva di continuare a fruire a fini di balneazione parte della vecchia struttura ed inoltre prevedeva un lido abbastanza grazioso e funzionale oltrechè ben riparato a sud (lato Rotonda per intenderci). Aveva uno stanziamento iniziale di cinque milioni di euro ed aveva suscitato non poco interesse in Provincia. Purtroppo la solita ritrosia tricasina ai cambiamenti di un certo impatto, una forte resistenza localistica e l’avvicendamento delle Amministrazioni Comunali fece svanire progetto e soldi.
Son passati quindici anni da quella sortita e nel mentre altre Città marittime hanno rinforzato appeal e funzionalità dei propri porti, Tricase è rimasta al palo.
Non ci vuole molta immaginazione per ipotizzare quanta ricchezza in termini di occupazione, di indotto e di promozione possa portare una infrastruttura del genere.
Inoltre un Porto a Tricase potrebbe diventare un’ottima via di collegamento, non solo turistica, da e per le isole Ionie della Grecia, approfittando della minima distanza, rispetto alle altre località rivierasche del Salento, che ci divide.
Se si crede alla bontà di un progetto di tale portata non bisogna lasciarsi sfuggire i fondi del P.N.R.R. e quelli regionali dedicati alla portualità.
Ovviamente la struttura in sé non basta. Per far ergere Tricase a città portuale, occorre ripensare la marina in termini di servizi ed attrezzature di accoglienza, di ricettività, di accessibilità, di viabilità e trasporto.
E sarà senz’altro necessario l’ascolto e la condivisione della comunità ed un estenuante percorso di educazione a nuovi stili di vita ed opportunità.
Ma talvolta bisogna osare per uscire dall’ordinario!