di Giuseppe R. PANICO
Pare che l’estate 2023 sia stata da noi fra le più calde e più lunghe degli ultimi decenni e la temperatura del mare ne ha fortemente risentito. Fattori favorevoli ad un super affollamento delle nostre due marine, pur ancora prive delle strutture previste dal nostro Piano Coste. Senza adeguati servizi a terra, come i parcheggi, le nostre marine continuano a dimostrarsi ben poco attrattive sia per l’imprenditoria estiva sia per un turismo di più elevata qualità e ritorno economico.
A ben poco sembra siano poi serviti i tanti divieti e cartelli sull’elevata pericolosità della nostra costa e falesia (PG2 e PG3), anche su tratti ove la stabilità della scogliera dura dai tempi di …Matusalemme. La prudenza è virtù, ma a volte diventa pavidità, inazione e scusante politica che ci priva di un bene così essenziale alla nostra economia, induce al mancato rispetto di norme e senso civico, all’ affollarsi di auto e bagnanti, anche dai comuni limitrofi, e fuga di chi cerca più qualificati servizi. Uso della costa, turismo e servizi di qualità, ovunque così importanti, hanno di recente portato molti comuni del Veneto ad un protocollo di intesa, denominato “G 20”, per affrontare e risolvere in modo unitario i pertinenti problemi.
Sarebbe auspicabile pure da noi, anche per combattere la crescente povertà locale (a Tricase sono ormai tantissime le famiglie che usufruiscono di bonus per viveri e altri generi a carico di noi tutti). Come sarebbe necessario un serio e qualificato dibattito sulla sempre citata e mai attuata “valorizzazione delle marine”. Abbiamo perso la cultura del tabacco, ridotto moltissimo quella agricola, svanita quella delle scarpe, ridimensionata quella dell’edilizia e non abbiamo saputo sviluppare, come altri, quella del turismo e del benessere costiero.
Compresa la nautica, settore ove l’Italia primeggia nel mondo, ma da noi il porto, malgrado progetti decantati “urbe et orbi”, è rimasto tale e quale, il porticciolo chiuso a nautica e balneazione e, dei piccoli cantieri nautici di un tempo, rimangono i rottami sulla via per Montesano. Necessità, dunque, di contrastare la crescente povertà, anticamera di incultura, degrado sociale e cattiva salute, anche qualificando attrattive, funzionalità e servizi costieri, con un ben più diffuso ritorno economico. Compresa la riattivazione del porticciolo e la progettazione di una nuova grande piscina di mare sul retro di punta Cannone per dare questa più qualità e sicurezza alla balneazione e nuovi ormeggi ad una nautica maggiore.
Parlando di economie, il premio Nobel Paul Simuelson diceva che ne esistono di quattro tipi. Quelle ricche, quelle povere, quelle naturalmente ricche che sono povere (come il Giappone, povero di risorse ma ricco di capacità organizzativa ed istituzionale) e quelle naturalmente povere che sono ricche (come l’Argentina che, ricca di risorse, non riesce a valorizzarle).
A Tricase, assomigliamo forse all’ Argentina, perché pur avendo risorse costiere, climatiche etc. non le utilizziamo, sovente non le curiamo o ampliamo e ci accontentiamo in gran parte di proventi statali. Compresi superbonus per facciate e reddito di cittadinanza che malamente autorizzati dal Governo e gestiti ovunque senza più adeguati controlli, ci hanno ancor più enormemente indebitati con il rischio di finire sfiduciati ed emarginati nella serie “C” della comunità europea. Ma l’evento mediatico dell’estate pare quello innescato dal libro “Il mondo al contrario” del generale Vannacci, con politica e cultura non certo abituate a libri “autoprodotti” da militari in servizio.
In particolare, su argomenti e convinzioni ormai radicati in una potente e invasiva minoranza che poco tollera la diversità e l’autonomia di pensiero garantita dalla Costituzione. A maggior ragione se di un generale di vasta cultura ed esperienza, (tre lauree, diverse lingue, rilevanti incarichi all’estero, decorazioni internazionali, vastità di compiti nella gestione del personale) come il Gen. Vannacci. Un caso trasformatosi in evento editoriale con circa centomila copie vendute; chiaro indice di una ben vasta pubblica adesione a gran parte dei contenuti ivi espressi.
Intanto, un altro generale (Figliuolo), dopo aver fatto fronte alle gravi inefficienze politiche sull’ emergenza Covid, sta provvedendo, in egual modo, in Romagna, vittima prima dell’incuria politica del territorio e poi di una disastrosa alluvione. Arrivati Intanto oltre centomila migranti dall’inizio dell’anno, più dell’intera popolazione di Lecce, con diversa impronta culturale e relativi impatti sociali che il resto d’Europa (e del mondo) si guarda bene dall’accettare o subire.
La guerra in Ucraina non ha fatto le ferie estive e gode di tempi supplementari.
La partita geopolitica si “gioca” con nuove armi, nuove tattiche, nuovi generali in campo e nuove vittime. Non vi è arbitro in grado di fare un autorevole fischio per porre palle e cannoni a centro campo, non per fare pace ma almeno far tacere le armi. L’autunno ci aspetta con un nuovo Covid già all’orizzonte, le scuole riaprono, ma in Puglia con 11500 ragazzi in meno. La Puglia si spopola, manca il lavoro ma non la politica e la sua povertà.