di Giuseppe R.PANICO
“Ricomincio da tre” è un bel film di Massimo Troisi, un bravo e simpatico attore e regista prematuramente scomparso. Narra di un giovane di San Giorgio a Cremano (NA) che, emigrato a Firenze per ragioni economiche, aveva almeno tre motivi per tornare al paese: famiglia, amici e lavoro (venditore ambulante di aranciata). Per tanti nostri giovani che lasciano il paese e spesso l’Italia, di certo vorremmo ben più validi motivi per un loro ritorno, compresa una più solida economia turistica, investimenti privati e lavoro.
Nel frattempo, se ne vanno, “per tempo scaduto”, anche tanti nostri anziani, mentre altri pensionati italiani e stranieri, con meno legami territoriali e in cerca di realtà sociali, servizi e istituzioni migliori e meno tasse su pensioni e risparmi, non esitano a trasferirsi altrove. Ma in altre località costiere e all’estero e non certo da noi, pur avendo noi in abbondanza sole, mare, clima favorevole, case inutilizzate a prezzi contenuti e un rinomato ospedale.
Sarà forse per l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, visto che dopo la Grecia, anni fa” commissariata”, la nostra P.A. è la peggiore d’Europa. O per le tasse che, oltre ad essere fra le più esose del mondo e considerate una “cosa bellissima” (lo diceva anni fa il ministro Padoa -Schioppa), vengono troppo spesso sprecate a favore di pochi e a danno dei tanti. Ma molto è dovuto allo scarso dinamismo politico nel rendere più forte e competitiva la nostra comunità e dunque più apprezzabile anche da chi, nato a Tricase ed emigrato, vorrebbe tornarci da pensionato.
Non è più come un tempo, quando i nostri emigranti, in gran parte operai, tornavano grazie a quei valori del film (famiglia, amici e lavoro da creare con i propri risparmi), per “ricominciare da tre”. Dopo troppi decenni trascorsi invano, si parla ancora di destagionalizzare il turismo, senza aver sviluppato una più elevata qualità/molteplicità di servizi; di valorizzare le marine, senza aver concretizzato almeno un’idea di sviluppo, anzi riducendo di fatto servizi nautici e balneari.
Fra buche e voragini in città, scavati da pioggia e trascuratezza, e sugli accessi al mare da incuria e mareggiate, siamo quasi a giugno e ben lungi, anche quest’anno, dal meritare la Bandiera Blu, concessa invece a comuni vicini.
Ci mancava la crisi amministrativa e le dimissioni del vicesindaco, nonché assessore al turismo e alla valorizzazione delle marine. Se, superata la crisi, potessimo “ricominciare da tre”, sarebbe difficile definire le priorità, ma meriterebbe certamente un primo posto la crescente insicurezza cittadina dovuta spesso all’invasiva microcriminalità (compresa quella di origine straniera, già in rapida diffusione altrove) che, fra droga, furti, vandalismi ed eccesso di garantismo, è spesso l’avanguardia di poteri forti in grado di condizionare cittadini e amministrazione.
Al secondo posto, viabilità e traffico; una piaga che risente della mancanza sia di un piano di sviluppo, sia di una pronta ed efficace manutenzione delle strade, come anche della carenza, in città e nelle marine, di parcheggi, piste ciclabili etc. La litoranea poi, oltre che svilita nella sua preziosa vista-mare da folti e incolti canneti, è spesso usata come pista per moto fracassone in folle corsa verso un lacrimevole futuro, (vedasi statistiche incidenti), fra le imprecazioni di chi abita o villeggia fronte-strada e lo sconcerto di tanti turisti stranieri che spesso anziani e in bici, si aspettano ben altro.
Al terzo posto le tasse locali, non sempre eque o pagate da tutti e senza un pronto rilievo (e non a distanza 6-7 anni) di arretrati e penalità. Come per la TARI, pur essendo il Comune, tramite anagrafe cittadina e dati di accatastamento delle proprietà/attività originanti rifiuti, in grado di accertare rapidamente lo status di ogni singolo contribuente.
Purtroppo, gli oneri per i rifiuti risentono anche della quantità di indifferenziata e della inciviltà di chi li abbandona ovunque. Di fatto vi è anche una aggiunta “patrimoniale”, per le seconde case che, utilizzate poche settimane l’anno e molto spesso solo dagli stessi abitanti della prima casa, sono “vessate” per la TARI per ben otto mesi l’anno (riduzione di solo il 30%) e considerando minimo tre componenti.
I proprietari, nel caso ormai frequente di famiglie con solo due componenti e pensionati, si ritrovano dunque a pagare il doppio. Con tanti nostri giovani che cercano di realizzarsi altrove, rischiamo pure che i nostri pensionati (ormai più numerosi dei lavoratori), vittime anche di un sistema sanitario sempre più in mano a privati e a caro prezzo, vadano, finché in tempo, a “destagionalizzarsi” altrove.
Se non per una bandiera blu, per un ultimo ben diverso “ricomincio da tre”.