Lagioia arriva a Tricase. Un evento da non perdere
l'Autore
Nicola Lagioia, scrittore barese, classe ‘73, esordisce nel 2001 con Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi), per minimum fax. È del 2009 il saggio Babbo Natale. Ovvero come la Coca-Cola ha colonizzato il nostro immaginario collettivo (Fazi). Ha scritto racconti editi in varie antologie: Patrie impure (Rizzoli 2003); La qualità dell’aria (minimum fax, 2004) insieme a Christian Raimo; Semi di fico d’India (Nuovadimensione, 2005); Periferie (Laterza, 2006); Deandreide, dedicata a Fabrizio De André (Biblioteca Universale Rizzoli, 2006); Ho visto cose (Biblioteca Universale Rizzoli, 2008); La storia siamo noi (Neri Pozza, 2008). Per Einaudi ha pubblicato Occidente per principianti (2004), Riportando tutto a casa (2009, con cui si aggiudica il premio Siae, il premio Vittorini, il premio Volponi, il Premio Viareggio 2010 per la narrativa) e La ferocia (2014), grazie al quale vince il Premio Strega 2015. Lagioia è anche un editor (dirige Nichel, la collana di letteratura italiana di minimum fax), e dal 2010 conduce periodicamente Pagina3, la rassegna quotidiana delle pagine culturali di Radio3. Inoltre, è tra i selezionatori della Mostra del cinema di Venezia.
il LibroAl centro del romanzo di Nicola Lagioia, La ferocia, edito da Einaudi, c’è una famiglia barese, quella dei Salvemini. Lui costruttore, sua moglie casalinga e quattro figli, di cui uno, Michele nato fuori dal matrimonio. È proprio Michele, l’elemento estraneo, che si mette a caccia della verità: sua sorella Clara, a cui è stato legato da ragazzo in modo fortissimo, è morta, e la versione ufficiale fa acqua da tutte le parti. Lagioia racconta il crollo della famiglia, del suo sistema di malaffare, mettendo in scena una galleria di personaggi spregevoli e realistici. La famiglia Salvemini è una famiglia di pescecani, che parla la lingua feroce del potere, si muove in una Bari per niente folkloristica, scenario di un universo impietoso di corruzione, speculazione edilizia e incastri loschi fra politica ed economia. Il romanzo rappresenta un Sud verticale, dove la Puglia è lo specchio dell’intero Paese. Nicola Lagioia l’ha scritto “come fosse una questione di vita o di morte, e, in un certo senso, lo è stata”.
il PremioIl Premio Strega, il più importante riconoscimento letterario italiano, quest’anno giunto alla 69esima edizione, fu istituito nel 1947, all’interno del salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci a Benevento, con il contributo di Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega, che dà il nome al Premio e continua a finanziare la manifestazione. L’idea degli Amici della domenica, un gruppo di giornalisti, scrittori, artisti, letterati che avevano cominciato a riunirsi nel ’44 nella Roma appena liberata dai tedeschi, era quella di dar vita a un premio letterario che contribuisse alla rinascita culturale dell’Italia del dopoguerra. Da allora il Premio Strega ha raccontato il nostro Paese, riflettendone i cambiamenti nei gusti, nella lingua, nelle tradizioni, incoraggiando l’amore degli italiani per la lettura e per la narrativa contemporanea. Tra i premiati alcuni dei nomi più rappresentativi della cultura italiana fra cui Ennio Flaiano, Cesare Pavese, Alberto Moravia, Elsa Morante, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Primo Levi, Umberto Eco, Dacia Maraini. Oggi gli Amici della domenica costituiscono un corpo elettorale di quattrocento persone, diversamente inserite nella cultura italiana, che si riuniscono ogni anno per scegliere in due successive votazioni il libro di narrativa a cui assegnare il premio: la prima in Casa Bellonci, in Giugno; la seconda al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, ai primi di Luglio.
Atrio di Palazzo Gallone a Tricase
Nicola Lagioia
Premio Strega LXIX
con La Ferocia, ed. Einaudi
è un evento organizzato da Libreria Marescritto in collaborazione con Il Volantino.