Strana storia quella che si vive dalle parti del settore economico e finanziario del Comune di Tricase. Più ci rifletto e più son convinto che non manchi davvero nulla per scrivere una favola da narrare alle mie figlie, facendo molta attenzione a non spaventarle. Vista la sua durata, si potrebbe anche iniziare con il c’era una volta un funzionario del palazzo che aveva le mani della cassaforte ed era l’unico a possederle, fino a quando un giorno dapprima si ammalò e poi si prese un lungo periodo di riposo. Il re per poterlo sostituire iniziò a girovagare in lungo e in largo, tanto che fu costretto a chiedere ai regnanti dei vicini castelli qualche parigrado che potesse gestire le finanze sue e del suo popolo. E cosa ci sarebbe da spaventarsi, verrebbe da chiedersi? Nulla fin qui, se non fosse che, dopo tante ricerche e cortesi dinieghi a trasferirsi, anche il secondo funzionario, concessogli dal Re della vicina Tiggiano, neanche avuto il tempo di capire con quante mandate fosse chiusa la cassaforte del palazzo, svanì nel nulla. Da questo punto in poi la favola si tinge di giallo e non me la sentirei più di raccontarla a bambini e deboli di cuore. Passiamo, quindi, alla realtà. Quella che ho appena introdotto, in verità, è tutt’altro che una favola bensì una brutta storia che riguarda il nostro Comune ed in particolare il settore più importante e strategico, quello della gestione economico- finanziaria dell’ente. Da più di un anno ormai il dirigente del settore alterna periodi di assenza per malattia con periodi di aspettativa non retribuita e pare che non voglia più mantenere il ruolo che ricopre da decenni. Tanto da voler optare per l’ufficio tributi a costo di non percepire neanche l’indennità di posizione. Il re, pardòn il sindaco, che per indole mai avrebbe voluto bussare ai piccoli comuni confinanti, pur di risolvere il problema è stato costretto a ricorrere all’ausilio della responsabile finanziaria del comune di Tiggiano. Ebbene anche questa stimata professionista, fermatasi giusto il tempo di conoscerla nella prima ed unica seduta di consiglio comunale cui ha preso parte, è svanita, come i personaggi delle favole che a contatto con la porta della stanza magica, la stanza del tesoro, si volatilizzano senza lasciare traccia. Si racconta che abbia preferito ritornare in fretta a casa, al proprio Comune, sì piccolo ma senza tanti segreti e misteri. Nel frattempo l’originario dirigente, che era rientrato anzitempo dalla aspettativa e si era collocato nell’ufficio tributi, si è nuovamente ammalato per un mese a decorrere dal giorno dopo la dipartita della collega di Tiggiano. Ma il giallo si infittisce. Anche il consigliere Guerino Alfarano, in qualità di presidente della I commissione, bilancio entrate e patrimonio ovvero la commissione deputata a dialogare con il rovente settore economico e finanziario del comune, con comunicazione avvenuta a mezzo stampa rassegna le proprie dimissioni da tale incarico dichiarando perfino l’appoggio esterno all’attuale amministrazione della quale era stato fino ad ora una delle colonne portanti. Come non bastasse, il Collegio dei Revisori dei Conti, organo terzo di garanzia, contesta al settore illegittimità e negligenze , interessando in più circostanze le procura contabile di Bari. E intanto i cittadini/sudditi continuano a pagare tasse e balzelli sempre più esosi. A questo punto il dubbio diventa inquietante, vediamo di scoprire qualche altro particolare che potrebbe aiutarci a capire meglio la situazione... È il re -per la verità anche ministro delle finanze in quanto contestualmente assessore al bilancio, con le sue ingerenze- a far paura o ciò che si nasconde dietro quella porta...? Come può, quindi, un comune come il nostro, essere spogliato di una autorevole figura professionale, dalle spiccate competenze tecnico economiche, che aldilà del governo della città, dovrebbe dare sempre stabilità e concretezza a qualsivoglia scelta di natura politica? Se è vero che Tricase è da tempo abituata a convivere con il congelamento di alcune posizioni di capo settore, proprio a causa della posizione del dipendente Antonio Coppola, in aspettativa ormai perenne, in un settore nevralgico quale quello dell’ufficio tecnico, è anche vero che reiterare la stessa situazione nel settore della programmazione finanziaria e dello sviluppo economico sarebbe come soffocare definitivamente le aspettative di un paese, che nonostante la situazione socio economico tenta giornalmente di mettersi in discussione. Fatti salvi, dunque, tutti i diritti di un dipendente che per ragioni personali non vuol pìù ricoprire tale incarico, peraltro per decenni condotto egregiamente, credo che sia dovere improrogabile del sindaco, in qualità di capo dell’Amministrazione Comunale, risolvere nel minor tempo possibile questo stato di vera emergenza. È increscioso, arrivare all’approvazione dello strumento di programmazione economico finanziaria, ovvero il bilancio dell’ente, senza la garanzia che questo venisse setacciato da un valido economista che sappia spulciare sapientemente nei vari capitoli di spesa allocandone i giusti flussi finanziari a beneficio dei diversi settori. Per non parlare, poi, della corsa da centometristi che saremo chiamati a fare per poter arrivare al fotofinish del 31 luglio prossimo, termine improrogabile entro il quale bisognerà approvare il bilancio comunale. Questa ristrettezza di termini ci pone di fronte a degli interrogativi: riuscirà il nostro sindaco a rendere questo bilancio, partecipato, almeno ai suoi?
di Gianluigi Forte