Quando nella primissima mattinata la nipote di don Gino mi ha dato la drammatica notizia mi è sembrato di essere in un incubo. Ed è stata una notizia che non ha scioccato solo me ma tutti coloro che hanno conosciuto don Gino e lo hanno amato.
Quando penso a don Gino mi torna sempre alla mente il giorno in cui abbiamo appreso della sua nomina a Vescovo. Era stata sempre la stessa nipote che mi chiamò qualche minuto prima delle 12 del 13 dicembre del 2000 per dirmi che Don Gino era stato eletto vescovo di Molfetta dall’allora Papa Giovanni Paolo II.
Alle 12 in punto tutte e sei le campane della Chiesa di Depressa appena inaugurate suonarono a festa. La gente incuriosita usciva dalle case per chiedere il motivo di tanto tripudio: Don Gino è Vescovo, il nostro Don Gino è Vescovo!
Vi lascio immaginare la gioia mia e della piccola Comunità parrocchiale di Depressa –della quale all’epoca era Parroco- alla notizia che un suo figlio era stato chiamato ad essere successore degli Apostoli e, per giunta, nella sede che fu di un altro Vescovo salentino, don Tonino Bello.
Tutta Depressa venne coinvolta per preparare l’arrivo del suo Vescovo all’indomani della sua consacrazione avvenuta nel marzo del 2001 ad Otranto. Il giorno dopo, infatti, Mons. Martella celebrò in piazza la sua prima messa da Vescovo. Per l’accoglienza si addobbarono le strade con bandierine, piante di palme, persino la banda. Tutto per accogliere e abbracciare l’illustre Concittadino.
Ricordo ancora l’imbarazzo del nuovo Vescovo nel vedersi in quelle vesti, tanto da confidarmi: “Ma io sono un povero parroco!”
Don Gino era molto legato alla sua Comunità di Depressa e spesso nelle occasioni ufficiali sottolineava, con sano orgoglio, che lui aveva origini umili e che proveniva dalla piccola comunità di Depressa.
Non mancava mai alle feste del Paese: il 26 e 27 settembre per la festa dei Santi Medici in cui presiedeva anche la processione e alla festa di Sant’Antonio patrono di Depressa. Non mancava mai alla Messa del giorno di Natale e a quella di Pasqua.
Spesso, durante le sue omelie, faceva riferimento al suo maestro di vita e di spiritualità, Mons. Luigi Erriquez, già parroco di Depressa a cui lo legava un sincero affetto.
Don Gino, alla sua Comunità, ha lasciato un ricordo grande di affetto e generosità. Il giorno della sua consacrazione donò alla Parrocchia di Depressa un prezioso Calice in ricordo dell’evento; per il venticinquesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale fece dono della maestosa vetrata istoriata nella chiesa Madre, rappresentante la SS. Trinità. Usava lasciare le offerte delle Messe ed altre offerte per le opere della Parrocchia e per la costruzione dell’Oratorio “Giovanni Paolo II”
Ci legava un affettuosa amicizia e confidenza. Spesso gli confidavo le mie preoccupazioni e i miei sogni da giovane parroco, il più delle volte nuotando nel mare di Andrano.
Il 14 febbraio scorso, con grande sofferenza, venne a celebrare nella chiesa Madre di Tricase la messa esequiale per la sua amata “sorella-madre” Giuseppina. Ci siamo scambiati poche parole con la promessa che ci saremmo visti quest’estate.
E ora, carissimo Don Gino, stento a credere che tu abbia varcato la soglia dell’Infinito. Come sempre, le lacrime di un cristiano per una persona che “parte” sono intrise di tristezza perché non vedremo più il tuo volto, ma le mie lacrime e di tutti quelli che ti hanno conosciuto sono piene anche di gioia cristiana perché siano sicuri che ora Tu sei tra le braccia del Padre che hai servito e amato e che insieme a Te ci sono i Tuoi cari familiari e il Tuo amato parroco e maestro mons. Erriquez.