La piazza era stracolma, e sto parlando di Piazza Cappuccini! Martedi 2 giugno Festa della Repubblica: tutti in ascolto di Roberto Saviano. Sì, perché non era solo curiosità di vedere dal vivo un personaggio della cultura e della televisione ma anche voglia di ascoltare e magari raccogliere confidenze che solo di persona si possono fare. E l’attesa non ha lasciato delusi. Roberto Saviano ha concluso il Festival Armonia, una settimana di letterati e di letture per avvicinare ai libri. Perché i libri allungano la vita ha detto Saviano. Ti fanno vivere anche la vita degli altri. Per conoscere da dove vieni e farti immaginare dove vai. Alcuni anni fa Goffredo Fofi proprio a Tricase, quella volta in Piazza Pisanelli per il Premio Lo straniero, aveva giustificato l’assenza di un giovane scrittore del quale –aveva preannunciato il grande critico- si sarebbe parlato molto. Mai previsione fu così azzeccata: quel giovane rispondeva al nome di Roberto Saviano che aveva pubblicato da poco Gomorra, il libro che lo ha reso famoso e che gli ha cambiato la vita. Ora Saviano vive a New York e dell’Italia e del Mezzogiorno rimpiange il calore e la fantasia creativa, ma non rimpiange una realtà nella quale spesso, per farsi valere, bisogna scendere a compromessi. Forte l’invito ad avere coraggio, a ripensarsi continuamente e ad esplorare terreni nuovi. Portare il confronto in luoghi ed a persone apparentemente lontane, dove magari non si è accolti favorevolmente; perché l’importante è far giungere il proprio pensiero, magari per essere contestati ma per iniziare così un dialogo. Duro il j’accuse ad una classe politica da troppo tempo distratta sui temi del Sud; nessuno ne parla ed intanto –sottolinea Saviano- tutti vanno via. Lo hanno fatto i suoi compagni di classe, tutti fuori, chi al Nord e chi all’estero. Ed è la piaga del Mezzogiorno. Da bravo giornalista si è documentato su Tricase e sul Capo di Leuca. Una terra straordinaria ma in profonda crisi: crisi del manifatturiero; si vive di quel poco turismo e di tante pensioni, ma –ed è questo il dato più negativo- di tanta emigrazione specialmente dei giovani. Parla della sua vita sotto scorta ed immediatamente ricorda Giovanni Falcone, un grande uomo ed un grande magistrato che fu bersaglio di tante critiche ed incomprensioni in vita, salvo poi ad essere beatificato da morto. Le mafie –spiega Saviano- non hanno paura dei pensieri ma di ciò che i pensieri e le idee possono provocare. La migliore difesa per chi è sotto tiro è avere un’opinione pubblica attenta, che ti segue e per questo non ti lascia solo; è la vera forma di protezione. La serata scorre via veloce ma è già tardi; il tempo dell’ultimo appello alla lettura: Un libro può cambiare la vita, come un libro ha cambiato la sua vita. Tutti in piedi per l’applauso ed il saluto finale. Mi giro verso la fontana della Piazza; poco sopra c’è la luna; è ancora bassa ma è piena e ricca di futuro; salirà e rischiarerà la notte.

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