Martedi,26 maggio 2020
di Pino Greco
La pazienza diviene anche e soprattutto necessità…
Non è impresa facile gestire alcune situazioni sanitarie in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo.
Ne è prova la lunga fila che ha reso estenuante l’attesa degli utenti che hanno lamentato forti ritardi e mancanza di informazioni utili per le visite specialistiche al Panico di Tricase.
Complice anche il caldo afoso di questi giorni,gli animi si sono scaldati un pò.
“Abbiamo fatto una lunga coda, senza ricevere informazioni utili, tutti sotto questa
giornata di caldo afoso”.
Ore di fila,trascorse in attesa del proprio turno,tra malcontenti e proteste.
Questo si è registrato alcuni giorni fa fuori dagli ambulatori dell’ospedale Panico di Tricase, in via Giovanni XXIII, dove sono confluite decine e decine di utenti per esami sanitari vari che, molto probabilmente, erano stati già prenotati ma, causa emergenza da coronavirus, hanno imposto numerose restrizioni, se così possiamo chiamarle, come il controllo della temperatura corporea o di altri parametri vitali.
Ciò ha provocato una gran mole di lavoro da parte di medici,infermieri e addetti ai lavori del Panico. “Ma non è la prima volta che accade; infatti lo scorso fine marzo molte persone si assembravano fuori dalla struttura per prelievi, ricoveri e visite ambulatoriali, rischiando così un assembramento con la gente che rischiava di accalcarsi per entrare prima degli altri, creando pericolosi contatti. Inoltre in attesa c’erano anche donne in gravidanza e persone anziane”, ci segnalano alcuni cittadini.
Ma,in questo periodo di pandemia che ha stravolto ormai da qualche mese le nostre abitudini consolidate obbligandoci a numerose restrizioni, la pazienza diviene anche e soprattutto necessità. Tanta ce ne vuole per fare la coda anche agli ambulatori sanitari o in qualunque altra situazione.
E soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, rispettando il distanziamento sociale di un metro e indossando la mascherina nei luoghi chiusi o all’aperto, lì dove si “rischia“ il contatto ravvicinato.
Quindi, sia all’esterno che all’interno, sia utenti che medici o infermieri, non possono prescindere dalle regole ed avere tanta pazienza per non sbagliare: ne va di mezzo la nostra salute.