Il Comune di Tricase ha ricevuto dallo Stato la somma di € 141.439,37 come quota per i bisogni alimentari. Si trattava di quanto era stato previsto, a livello nazionale, dal Governo con Ordinanza della Protezione Civile del 29 marzo 2020, in piena emergenza Coronavirus che disponeva “Misure urgenti di solidarietà alimentare”.

In questi giorni gli Uffici comunali hanno “fatto i conti”, almeno fino a questo momento, ed hanno provveduto a determinare i rimborsi ai negozianti per quanto acquistato da chi era stato destinatario dei bonus alimentari.

Quei cittadini si erano cioè recati presso i negozianti esibendo il bonus e quindi il negoziante, conservando la documentazione necessaria, ha poi chiesto al Comune di rimborsare quanto speso dai cittadini.

Ad oggi la spesa complessiva riscontrata dal Comune per i bonus alimentari è stata di € 66.820,00, quindi un importo che costituisce meno della metà di quanto era stato erogato al Comune. Da quanto è dato sapere, i 141.439,37 euro sono stati quasi integralmente distribuiti a chi ne aveva bisogno ma le richieste di rimborso sono tante, sicchè richiedono tempi tecnici necessari per provvedere al rimborso.

Sono invece pervenuti al Comune circa 97.000 euro da parte della Regione Puglia con una destinazione per le emergenze Covid 19 da destinare a fasce di popolazione che hanno subìto conseguenze negative dalla pandemia.
Su queste somme ancora non si è proceduto alla loro assegnazione anche perché, come è emerso in un recente incontro con i commercianti, potrebbero essere spesi per un aiuto ai piccoli esercenti colpiti duramente dall’emergenza coronavirus.

Potrebbero invece –ed è questa un’altra opzione- essere impiegati anche questi
fondi regionali per ulteriori bonus alimentari o interventi simili a sostegno delle famiglie.Intanto le situazioni di difficoltà non sono certamente venute meno con il solo fatto dell’inizio della Fase 2 o con l’approvazione del Decreto Legge Rilancio.

Se il virus è in ritirata le emergenze non lo sono affatto. Le difficoltà quindi permangono e, all’emergenza alla quale i buoni hanno dato risposta, rischia di aggiungersi quella dei negozianti che hanno soddisfatto quanto richiesto dalle persone con i bonus ma che attendono ora di ricevere il rimborso.

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