Secondo molti studiosi la questione meridionale è soprattutto una questione di infrastrutture; il divario tra Settentrione e Meridione aumenta, se è vero che soltanto nell’anno 2014 erano in corso di realizzazione opere infrastrutturali nel Nord per più di 47 miliardi mentre nel Sud per appena 5,7 miliardi. Se si va un po’ più indietro nel tempo, partendo dal marzo 2013, si vede che il CIPE ha adottato azioni che hanno interessato 74 infrastrutture, per la maggior parte relative alla c.d. Legge Obiettivo; di esse solo 30 interessano il Sud. Se si vanno a vedere le infrastrutture stradali su 26 interventi solo 8 sono al Sud. Ed a proposito di Legge Obiettivo, di infrastrutture stradali e di soldi CIPE, volendo verificare l’operato della Regione Puglia relativamente ad una infrastruttura che interessa Tricase, non si può non dire qualcosa sulla strada 275. Un’opera dell’ANAS e quindi una strada statale ma che vede la compartecipazione anche finanziaria della Regione. E’ certamente un’opera viaria che interessa tutto il Salento se si considera che da Maglie giunge sino a Leuca, ma, senza ombra di dubbio, è un’opera che incide notevolmente proprio sul territorio di Tricase. Se infatti fino a Montesano si risolve nell’allargamento della strada già esistente, dopo comincia a correre su un nuovo percorso: taglia la strada di attuale collegamento tra Montesano e Tricase (Zona Industriale) e poi tra Tricase e Lucugnano. Insomma un intervento che impatta notevolmente e pesantemente sul nostro territorio. Ma quel che ci preme verificare è la posizione della Regione: l’Amministrazione Vendola ha in un primo momento avversato, anche in sede giudiziaria, la realizzazione dell’opera, anche se oggetto della contestazione era non la parte della strada che interessava il Comune di Tricase ma il tratto finale, quello che veniva definito l’ultimo miglio o meglio gli ultimi 7 chilometri, quelli che interessavano il tratto da San Dana (Gagliano) a Leuca. Lì era previsto un viadotto con tanti piloni che, secondo la Regione, non andava realizzato per l’impatto che avrebbe creato. Da qui un ricorso al TAR di Lecce e l’appello al Consiglio di Stato. Nel marzo del 2011 venne trovato un accordo: sotto la regia di Raffaele Fitto, ministro per le Politiche Regionali, Nichi Vendola sottoscrisse la fine delle ostilità: la 275 si sarebbe fatta ma, nel tratto finale, sarebbe stata a due corsie invece delle quattro previste e senza il viadotto di San Dana. Nel tratto finale: nulla di diverso per Tricase salvo a lanciare l’idea della “strada parco”. Un modo per dire che, in fase esecutiva, si sarebbero dovuti ricostruire i muretti a secco distrutti dalla realizzazione della strada e si sarebbero dovute utilizzare tecniche ed accorgimenti meno impattanti. Sta di fatto che, dopo quell’accordo, la Regione si ritirò da ogni contenzioso giudiziario che venne portato avanti dalle Associazioni ambientaliste e, poi, dai proprietari interessati dalle procedure espropriative supportati, in una prima fase, dal Comune di Tricase. In definitiva, al di là delle suggestive e rassicuranti parole sulla “strada parco” (peraltro già molte altre opere sono state realizzate con la ricostruzione dei muretti a secco, sicchè nulla di originale e di nuovo), la Regione ha condiviso il progetto della 275. Il tutto senza mai interessarsi del tracciato che impatta notevolmente su Tricase. L’opera, comunque, non è stata neppure avviata ma ciò per effetto del notevole contenzioso, con la Regione alla finestra. Sempre per le infrastrutture e sempre con riferimento a Tricase e sempre limitandoci a quelle di collegamento, non si può non dire qualcosa sulla rete ferroviaria della Sud Est. Un paio di anni fa, la Regione annunciò una vera e propria rivoluzione: in poco più di mezz’ora da Tricase a Lecce. Finalmente un treno nuovo e veloce che avrebbe consentito di raggiungere Lecce e soprattutto di far giungere nel Capo di Leuca i tanti turisti innamorati del Salento. All’annuncio non ha fatto seguito molto, visto che oggi, consultando gli orari e le corse, si deve amaramente constatare che per raggiungere Lecce da Tricase si impiega, con la corsa più veloce, un’ora e 20 minuti e, come se non bastasse, che addirittura la domenica le ferrovie del Sud Est sono chiuse. Se una passeggiata fino al Capo di Leuca può essere fatta dai turisti locali e non, certamente la domenica dovrebbe essere il giorno più propizio. Ma proprio la domenica le Ferrovie del Sud Est non funzionano! Ed i treni veloci e moderni, più che goduti dai passeggeri, hanno finito per essere oggetto di indagini penali per truffa: vagoni pagati tre volte il loro reale valore ed addirittura non utilizzabili perché dotati di un sistema di corsa incompatibile con le rotaie delle ferrovie del Sud Est. Le Ferrovie Sud Est, pur essendo una società di proprietà del Ministero, hanno nella Regione Puglia un interlocutore privilegiato. Anche su questo fronte, però, di problemi sul campo ne sono rimasti tanti, malgrado l’ammodernamento della rete ferroviaria e di qualche casello. Certo c’è stata l’idea della concessione dei caselli per iniziative culturali e sociali ma francamente questo è un altro progetto che non risolve quello dei collegamenti. Anche su questo giornale sono giunte segnalazioni per viaggi interminabili da Tricase a Lecce su vagoni vecchi e soprattutto sporchi. Insomma non un buon servizio per il turismo e per i collegamenti. Ed allora: quale il punto della politica regionale sulle infrastrutture di collegamento con Tricase? E quale sostegno da parte della Regione Puglia allo sviluppo della nostra economia e ad una migliore qualità della vita? Il dibattito è aperto, sempre verso le regionali.