Risposta “a margine del controeditoriale” del 2 maggio 2015
Tralascio tutti i riferimenti di tipo personale: non sono così importante, lo so, da essere sulla prestigiosa mailing-list della Biblioteca Comi e quindi non me la prendo (anche se ho seguito più di un evento in quella sede). Però la dott.ssa Gloria Fuortes fa difetto alla sua provata esperienza ed intelligenza se di fronte ad un mio giudizio (eventi spesso riciclati) finge di non capire e fa un lungo elenco di incontri con poeti, scrittori, cantanti e musicisti. Dei 29 eventi del 2014 declamati nel suo intervento, sul web non c’è traccia se non per il rimando della notizia sul sito del Comune di Tricase; non ho trovato un solo articolo a margine di una serata a Palazzo Comi né un intenso dibattito inerente una mostra o una iniziativa letteraria. Intorno e dentro Palazzo Comi c’è il silenzio. Non vorrei attribuire colpe che non hanno ai 5 collaboratori della Provincia che da anni lavorano incessantemente intorno alla piena valorizzazione della Casa del Poeta, ma certo la loro produzione culturale non ha fatto mai clamore (in questo senso, con meno mezzi, Palazzo Gallone a Tricase ha un’altra visibilità). Quindi non per lei, ma per i lettori poco adusi alle performance artistiche, faccio degli esempi: è cosa diversa fare la prima presentazione di un libro di un autore di una certa rilevanza, e programmare invece un incontro con l’autore un anno dopo l’uscita del libro. Si può definire questo un evento originale o riciclato (già visto, letto, vissuto)? Si può definire evento una breve presentazione dinanzi a pochi intimi, spesso parenti dell’autore? (informazioni dirette dal bar di Lucugnano). Produrre cultura è cosa diversa. Una biblioteca, una casa museo che voglia ritagliarsi uno spazio nel panorama letterario deve saper proporre cose nuove, innovative, attrattive. Negli anni non mi sembra che casa Comi abbia brillato come un centro di cultura permanente, e neanche come punto di riferimento per i ragazzi di Lucugnano o di Tricase. Nessuno ha parlato di invitare personaggi illustri ma di organizzare eventi di una certa consistenza, questo si, altrimenti è solo il solito baraccone inutile, aperto per qualche turista di passaggio e per qualche presentazione che fa curriculum. In tutto questo capisco le ragioni intime, la difesa accorata delle persone che lavorano presso casa Comi, però se si inquadra il tutto dentro la crisi delle Province, e più in generale sul riordino di uno Stato a pezzi, il senso del mio precedente intervento è chiaro a tutti, anche a chi presumibilmente teme per il proprio posto di lavoro (fin qui molto tranquillo).