Orazio Mitri non è più l'allenatore dell’Atletico Tricase
Il tecnico si è dimesso…
Mitri al nostro telefono conferma le dimissioni…
Adesso scatta la caccia al sostituto....
"L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, LASCIA PROMULGARE LE LEGGI che solo la rivolta potrà abrogare, LASCIA SALIRE AL POTERE uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"
L'indifferenza è anche il peso morto della piccola, piccolissima, storia di Palazzo Comi in questo Salento svestito e messo in vendita.
Abbiamo lottato, stiamo lottando contro questo scempio, abbracciando altre lotte in difesa del Territorio, del Patrimonio culturale, del Paesaggio.
Questo terremoto sta travolgendo certamente noi tutti e tutte del Comitato Pro Palazzo Comi ma, come Gramsci insegna, saremo tutti vittime. Anche VOI.
La fatalità non c'entra nulla: dovremmo dire, finalmente, che si tratta di VOLONTA'.
Dovremmo capire, finalmente, che è giunto il momento di riappropriarci della nostra storia perchè non c'è altro modo per costruire un futuro degno di essere vissuto.
Gloria Fuortes ha studiato, ha sudato, ha condiviso, lottato e PAGATO.
In quasi 10 anni di servizio presso Palazzo Comi è riuscita a fare quanto non si era fatto per lungo tempo. In grande e continua sintonia con i suoi collaboratori ha messo mano al prezioso tesoro conservato a Lucugnano e cominciato un lungo e certosino lavoro di riorganizzazione, archiviazione e trascrizione.
Senza risorse, spesso ricorrendo all’autotassazione, ha favorito incontri ed eventi a Palazzo Comi collaborando con associazioni, gruppi e Amministrazioni del territorio.
Casa Comi è stata, e per tutti lo è ancora, la sua casa.
Non c’è stanza, libro o manoscritto che Gloria Fuortes non conosca.
Accompagnatrice e narratrice preparata e discreta. Appassionata e rispettosa di Girolamo Comi e della sua vicenda, fino al punto di anteporre al proprio interesse quello “comune”.
E l’epilogo è quello che oggi raccontiamo.
Capita, ed è accaduto, che Regione e Provincia non riescano a trovare “posto” per una qualificatissima ed espertissima Bibliotecaria in prima linea nella difesa e nella tutela di una delle Biblioteche più importanti del territorio.
Gloria Fuortes non è più la Responsabile della Biblioteca di Palazzo Comi ed è, invece, nella disponibilità del Ministero di Grazia e Giustizia, impiegata negli uffici territoriali di Lecce, a dispetto di oltre 35 anni di servizio.
Questa vicenda certifica la totale inadeguatezza di un’intera classe politica ma la responsabilità del suo allontanamento da Palazzo Comi è di tutti noi. SIAMO NOI I VERI COLPEVOLI.
Noi nella nostra indifferenza.
Sono giorni tristi, cara Gloria. Noi resteremo certamente al tuo fianco. Noi non abbasseremo di nuovo la guardia.
di Senofonte Cavalieri
SAN VALENTINO 2017
Per dare alla vita la forza e lo spirito
di cui ha bisogno,
bisogna dare sfogo al proprio pensiero.
“CARA AMICA”
… si,
mi liberasti dalle pene mie
e ne fui contento
ma,
me ne daresti ancor,
ancor più assai
da momento che ti trasportai
nel lume
del mio pensiero …
di Pino Greco Siamo in corso Giulio Cesare incrocio via Marco Aurelio via Vespasiano.
Siamo dalle parti della zona 167. È accaduto ancora.
Quello stop purtroppo è già stato teatro di incidenti. Il morto c'è già stato.
E’ la stessa strada, lo stesso incrocio sulla quale aveva perso la vita un uomo diversi anni fà.
Se ne parla in Città da un pò di tempo.
Molti cittadini residenti sono all’esasperazione per le condizioni di scarsissima sicurezza della strada, dove molti passano a velocità sostenuta. Quell’incrocio è pericoloso, deve essere sistemato. È necessario trovare soluzioni che possano impedire il ripetersi di gravi incidenti. Molti tendono a rallentare, poi controllano che non arrivi nessuno e procedono.
Corso Giulio Cesare, è diventato un rettilineo da percorrere come se fosse una pista di accelerazione
Moderare la velocità e migliorare la segnaletica, tante le proposte per rendere più sicuro l’incrocio.
Corso Giulio Cesare rappresenta anche croce e delizia di agenzie assicurative e avvocati
Insomma, cos’altro aggiungere a una immagine, un incrocio che parla da sé
Caro Direttore,
Sono stato raggiunto da tante telefonate di amici e parenti preoccupati per la mia persona. Non riuscivo a capire fino a quando non mi hanno spiegato di essere apparso sul tuo giornale come futuro protagonista della trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ Con tanto di data ed ora. Ho sempre apprezzato l’humor della tua Redazione e qualche volta ho applaudito al modo, anche sbarazzino, con il quale una Rubrica del tuo giornale fa, scherzando, informazione. Però consentimi di farti un appunto.Quello di cui sono stato oggetto, nell’ultimo numero del tuo Giornale, non aveva nulla di humour ma solo tanto cattivo gusto. Conoscendo la tua persona mi aspetto pubbliche scuse dal tuo Giornale per fare definitiva chiarezza su scelte che riguardano esclusivamente la mia vita privata.Sono certo che simili sgradevoli episodi non si ripeteranno mai più.Diversamente sarò costretto ad agire a tutela della mia serenità e quella delle persone a me care
Con amicizia
Vincenzo Errico
Caro Vincenzo,
pubblico la tua lettera e spero che questo basti per le scuse.Non pensavo, francamente, che la stampa avesse tutta questa... forza e che l’aggiunta di ora e data potesse stravolgere il senso di un pezzo sul cui contenuto c’era stato un tuo assenso di massima. Vorrai comunque accettare le mie scuse che sono dovute per le preoccupazioni suscitate nei tuoi amici e familiari e ti assicuro che in futuro, per evitare spiacevoli inconvenienti, non pubblicheremo notizie che possano apparire come indebite invasioni di cattivo gusto nella tua vita privata, anche se te lo assicuro non era proprio questa la nostra
Alessandro Distante