di Alessandro Distante Il dibattito di questi giorni, alimentato anche dall’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri a Bari, è concentrato, come avviene ormai da anni a fine Estate, sui risultati del turismo in Puglia e nel Basso Salento; verificati i flussi (anche quest’anno in crescita), il dibattito si sposta su cosa manca perché si cresca ancora e si raggiungano quei numeri che, quasi con aria di sfida, Renzi ha indicato. Se per il Capo di Leuca i dati non potranno mai essere, in termini assoluti, paragonabili a quelli di altre località e ciò per le caratteristiche anche morfologiche delle nostre coste, rimane tuttavia la questione centrale delle infrastrutture e, tra queste, di quelle utili a collegare il nostro territorio con i punti di approdo dei turisti, e cioè aeroporti, stazioni ferroviarie e porti. Durante l’Estate ormai conclusa, le Ferrovie del Sud Est hanno attivato alcune corse domenicali sulle tratte per Gallipoli e per Otranto; nessuna corsa domenicale, invece, per il Capo di Leuca. E sempre parlando di collegamenti, se da anni è frequentatissima la statale che da Lecce porta a Gallipoli e se i lavori della Lecce-Maglie-Otranto sono pressocchè ultimati, il Capo di Leuca, dopo progetti, gare e contenziosi che hanno occupato ben 22 anni, è chiamato a ripensare l’intervento sull’arteria che da Lecce via Maglie porta a Leuca. Partendo dalle difficoltà delle Ferrovie del Sud Est e dagli interrogativi sulla strada statale 275, torna viva la questione del modello di sviluppo che si intende perseguire e sulla non sempre facile conciliazione della costruzione delle opere con la salvaguardia della bellezza del territorio. E’ un tema che non può essere affrontato e risolto se non si affronta e risolve un’altra questione: quella dell’Area territoriale. Questa Estate l’attenzione è stata attratta da due grossi Centri del turismo balneare: Gallipoli a Ovest e Otranto ad Est.

Se la Città bella è da tempo sottoposta ad attenta osservazione per il turismo di massa e per i connessi problemi di sicurezza, la Città dei Martiri ha lanciato, dopo un parto durato 40 anni, il progetto del Porto turistico. Il Basso Salento ha il suo punto terminale in una realtà turistica, quale è Leuca, che non ha saputo assumere un ruolo trainante. Nel Capo di Leuca, il più grosso centro è Tricase, intorno al quale ruotano e confluiscono, durante tutto l’anno, interessi e potenzialità.Se non è concepibile uno sviluppo del Capo di Leuca a prescindere da Tricase è altrettanto evidente che non è possibile uno sviluppo di Tricase che prescinda dal Capo di Leuca.

Nel Basso Salento è ormai rodato un rapporto di sinergia tra i Comuni che si sono da molti anni associati nell’Unione dei Comuni del Capo di Leuca, Unione della quale tuttavia non fa parte Tricase; e sempre nel Capo di Leuca opera da tempo una struttura come il GAL, con sede a Tricase, che ha svolto e continua a svolgere una funzione di stimolo alla crescita dell’intera Area. Esistono altre esperienze in provincia di Lecce che hanno portato più centri a presentarsi con una ben definita identità; penso alla Grecìa Salentina.

Tricase è ora chiamata ad assumere un ruolo ed accollarsi quelle responsabilità dalle quali non può sfuggire se si convince che nessun percorso di sviluppo può prescindere da una progettualità ampia di Area. La questione non è affatto accademica e di teoria dello sviluppo. Se, tornando alle problematiche di questi giorni, la SS275 dovrà essere ripensata –come dovrebbe essere dopo l’intervento dell’ANAC- le popolazioni dell’intera Area saranno chiamate a partecipare per giungere ad una soluzione che sia la più condivisa possibile. Ma ciò significa che si aprirà un confronto tra esigenze diverse e se Tricase è interessata ad una 275 che giunga a Montesano e poi segua con la messa in sicurezza della restante parte fino a Leuca, altri Comuni posti a Sud reclamano invece una 275 che bypassi i paesi, accorci i tempi di percorrenza e sia effettivamente sicura.

Se, pensando al sistema portuale, si guarda unitariamente al Basso Salento allora si dovrà anche pianificare uno sviluppo diversificato degli approdi con porti turistici e, ad esempio, porti delle tradizioni e delle culture marinare. Se si decide di puntare sul trasporto su rotaie (la famosa metropolitana di superficie), sarà l’intero Sud Salento a dover fare fronte comune e spingere per ottenere linee feriali e festive con treni puliti, comodi e veloci. L’intero territorio sarà chiamato ad uno sforzo di dialogo che non è facile e che in tanto sarà possibile in quanto si rafforzi una identità di Area e veda tutti, ed innanzitutto Tricase, aprirsi ad un confronto che faccia spazio all’ascolto del territorio e dei territori. Per fortuna i segnali di una coscienza di Area non mancano e non sono mancati neppure questa Estate: significativa è stata la scelta della Diocesi di far giungere nel Basso Salento tanti giovani che hanno presentato il progetto “Carta di Leuca” a Tricase (Palazzo Gallone) e poi l’hanno scritta nel Capo e sottoscritta sul Piazzale del Santuario di Leuca. Tradurre queste intuizioni in un metodo di confronto e di azione è l’unica strada per una crescita che sia effettiva e che sia di tutti.

E’ su questi temi che ci piacerebbe ascoltare non solo i privati cittadini ma anche, e soprattutto, chi si proporrà al voto nelle prossime amministrative, perché il dibattito sia sui contenuti prima ancora che sulle persone e sul loro personale carisma.

 

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