di Giuseppe R.Panico Se il centro storico muore (gli affittasi o vendesi di locali commerciali sono ormai tanti) e le periferie languono (la piazza della nuova chiesa di S.Antonio attende da decenni una pavimentazione),il semicentro non brilla certo di buona salute. Via Pirandello è ormai una delle strade più trafficate del paese. La recente attivazione di un nuovo complesso abitativo, con sottostanti negozi, ha portato altro traffico e la stagione estiva farà aumentare anche quello turistico che da/per Marina Serra e/o il mare interesserà, più che il centro storico, lo“shopping”e i supermercati di zona Lama e dintorni.Ci vorrebbe un semaforo all’incrocio con via Thaon di Revel, ma anche più senso civico e…salate multe per chi ivi malamente parcheggia. Non basta più la vicina “Croce” a proteggerci dagli incidenti. Qualche camion di breccione per raccordare tale strada all’ampio prato che la costeggia, consentirebbe poi di utilizzare meglio tale spazio quale pubblico parcheggio e senza danni alle nostre auto. Sul lato opposto, ormai urbanizzato, desta però perplessità lo “status” del marciapiede. Via Pirandello sembrava essere la naturale prosecuzione di via Cattaneo,nata prima e cresciuta meglio grazie alla sua larghezza ed agli ampi marciapiedi. Così sembrava, almeno nel primo tratto, ove il largo marciapiede favorisce i clienti della farmacia o del negozio di scarpe. Ma poi arrivò lo scheletro di un nuovo grande edificio che, ormai da troppi anni, ci fa dono della sua sgradevole presenza. Uno scheletro che, per essere ancora più grande, ci ha lasciato non solo un marciapiede più ristretto (ancora sporco e inutilizzabile), ma, a circa un metro da terra, anche una pensilina che occupa gran parte dello stesso marciapiede. Sarà tutto regolare, ma non è certo regolare che la nostra comunità, debba rinunciare anche nei nuovi quartieri (come già successo altrove) all’elementare diritto a muoversi meglio a piede in sicurezza. Il marciapiede, comunque ristretto, prosegue poi fino al nuovo grande edificio con sottostanti nuovi negozi dotati di ampie vetrine.Ma le vetrine, nate per farsi vedere,sono quasi sempre oscurate dalle macchine in sosta proprio sul marciapiede. Senza dubbio un efficace accorgimento per fare pochi affari o, come in via Roma e via Cadorna, per privilegiare ancor di più le auto e non i pedoni. I poveri pedoni per transitare su quel tratto di marciapiede, così inclinato per far salire auto, devono avere le caviglie ben snodate e fare bene attenzione alla “marcia indietro” delle auto ivi in sosta che,con il loro posteriore e relativa marmitta, ingombrano lo stesso scivolo-marciapiede. Chissà cosa diranno i tanti nostri anziani con già vetuste articolazioni, i disabili in carrozzella e le mamme con i bimbi in carrozzina .Ai disabili già “maltrattati” nei loro movimenti, sia in paese che sulla costa, come le cronache informano, forse mancava questa “modernità” che, dotata comunque di scivoli, ha un passaggio alternativo. Ma ben ristretto, fra musi di macchine e antistanti vetrine.Il marciapiede prosegue poi per interrompersi all’incrocio e senza contornare l’ampia curva della rivendita d’auto e raccordarsi con quello di via Apulia. Un pericolo aggiuntivo ed una “lezione” di…urbanistica a cielo aperto ai tanti nostri ragazzi che si recano alle vicine scuole. Superato l’incrocio, si imbocca un nuovo tratto di strada, ben larga e con ampi marciapiedi ambo i lati. Purtroppo non ha né un nome, né un cognome, né numeri civici sulle poche case che ivi si affacciano. Fiancheggia un canneto e un canale di scolo. Sarà “via NN” o “via delle canne”? Il marciapiede a Sn ha inoltre tante buche per alberi ma… senza alberi (se il verde non arriva o se arriva non si cura,tanto vale chiuderle).Si parla tanto di turismo ma se è questa l’immagine e la funzionalità di un percorso urbano che dal mare porta sempre più verso lo shopping in zona Lama e viceversa, di“stelle”, più che avene quattro o… cinque, rischiamo di perdere anche quell’unica che compare sullo stemma cittadino. Intanto i marciapiedi di via Roma e via Cadorna, dopo pochi anni di vita, sono già in gran parte fessurati. Se ciò avvenisse in casa propria, dopo aver da poco cambiato il pavimento, verrebbe forse voglia di… “fessurare” i colpevoli. Riuscirà il nuovo codice sui pubblici appaltia salvaguardare le nostre tasche e far progredire la mobilità cittadina?O sarà il PUG, da decenni in itinere, a raddrizzare quanto è ormai così poco raddrizzabile? Nel nostro Sud, ben più che altrove,pare non basti cambiare le regole e,come dicev aun politico meridionale di lungo corso, “i problemi vanno essenzialmente …gestiti”. Mica risolti o prevenuti. Compresi quelli dei marciapiedi spesso mai nati o malnati per la voglia di chi può e non difesi da chi dovrebbe, compresi noi stessi.“Riprendiamoci il RIO” tuonava inutilmente l’estate scorsa uno striscione sulla costa. Per la nuova estate, non resta che sperare che ravvedimenti privati e pubbliche virtù ci evitino un ben più misero “Riprendiamoci il marciapiede”.

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