di Alessandro Distante Fa bella mostra di sé il supporto alle biciclette che verranno e che serviranno per attivare il servizio di bike sharing, un altro inglesismo che sta a significare “bicicletta condivisa”.Il supporto è stato sistemato, ormai da qualche mese, in Piazza Dell’Abate, la piazza dove vi è la statua di un Tonino piuttosto perplesso.Un vero e proprio pugno nell’occhio, se si considera la bellezza di quella Piazzetta, un tempo Piazza delle Verdure, che non può tollerare un oggetto di quelle dimensioni e per giunta in ferro.Per la verità, il Sindaco Coppola ha già da tempo rassicurato che quell’oggetto verrà spostato in altro luogo, così da avere un effetto meno impattante.Per completezza di informazione, qualora ve ne fosse bisogno, altre copie di quell’oggetto vi sono in altri punti della Città e delle Marine.Il progetto per attivare il servizio di bike sharing o, potremmo dire, di noleggio di biciclette va avanti. E’ di questi giorni la notizia che la Giunta Comunale ha deliberato di predisporre tutte le procedure per l’affidamento ad un operatore esterno della gestione del servizio. L’affidamento sarà per tre anni e le tariffe per noleggiare le biciclette saranno le seguenti: fino ad un’ora € 0,50; fino a 2 ore € 1,00; fino a 3 ore € 1,50 e fino a 4 ore 2,00 euro. L’utente che vorrà noleggiare la bicicletta per più di 4 ore verserà un altro euro per ogni ora, fino ad un massimo di 7 ore di fila.L’istituzione del servizio di bike sharing rientra in un più complessivo intervento di riqualificazione urbana del centro storico ed è stato realizzato grazie ad un finanziamento ottenuto dall’Unione Talassa, della quale Tricase fa parte insieme a Castrignano del Capo. L’idea è certamente positiva, specialmente se inserita in un progetto più ampio di riqualificazione del centro storico e di miglioramento della qualità della vita; basti pensare ai benéfici effetti sulla salute, sul traffico cittadino con un aiuto concreto alla soluzione del problema parcheggio e, più in generale, al decongestionamento del traffico automobilistico e quindi al colpo che si darebbe all’inquinamento urbano. Il buon funzionamento e l’effettiva riuscita di quel servizio, e quindi il raggiungimento di quelle finalità, dipendono, ovviamente, da una serie di questioni, prima su tutte da una di fondo che è, per così dire, culturale. L’uso della bicicletta da necessità di un tempo deve divenire una scelta e, come tutte le libere scelte, impone una ferma determinazione, che metta al bando le solite abitudini e le ataviche comodità per un impegno, quanto meno, a pedalare. Scegliere di noleggiare una bicicletta per spostarsi in Tricase non è solo una scelta culturale, ma deve fare i conti con altre questioni, di tipo infrastrutturale. E’ a tutti noto quali siano i pericoli nell’andare in bicicletta in mancanza, per esempio, di piste ciclabili. Queste tuttavia ed a loro volta richiedono idonee corsie che possono essere realizzate sulla carreggiata stradale oppure sui marciapiedi. La ristrettezza di questi ultimi non consente alcuna ipotesi di loro utilizzo per ivi ricavare una corsia alle biciclette o almeno non per la stragrande maggioranza delle strade cittadine e di quelle delle Frazioni. Occorrerà quindi considerare piste ciclabili sulle carreggiate delle nostre strade. Quando sono a doppio senso di marcia le piste devono essere separate da idoneo spartitraffico, anche a mezzo di una gradevole siepe, che non consenta “invasioni” reciproche tra la parte di corsia riservata agli autoveicoli e quella riservata alle bici. Ciò, ovviamente, comporta che nelle strade del centro storico sarà ben difficile ipotizzare piste ciclabili a doppio senso. L’alternativa, forse l’unica possibile, sarebbe chiudere al traffico automobilistico l’intero centro storico. E questa sarebbe una vera svolta culturale, oserei dire una rivoluzione che, prima o poi, diverrà ineludibile e che, alla lunga, darebbe positivi ritorni sotto molteplici aspetti: qualità della vita; incremento turistico; sviluppo economico. Se poi pensiamo al bike sharing per spostarsi tra il Centro e le periferie, oppure tra il capoluogo e le frazioni o il mare, allora il discorso cambia, ma le difficoltà per la sicurezza dei ciclisti rimangono tutte. Un’ultima considerazione, per così dire “terra terra”, riguarda le condizioni delle nostre strade cittadine. Un ciclista, oltre a scegliere di spostarsi in bicicletta e di chiudere in garage l’automobile, deve viaggiare sicuro e la sicurezza non è solo quella di non essere investito dalle automobili ma anche di non cadere o di non prendere brutte botte, conseguenza delle non poche buche che decorano le nostre strade.Oggi come oggi è sufficiente un acquazzone per far emergere dei veri e propri crateri, che sono sufficienti per scoraggiare qualsivoglia buona intenzione di passeggiare in bicicletta. Ed allora: le opzioni culturali sono indispensabili ma ogni rivoluzione deve essere preparata e quindi, nel frattempo, tappiamo le buche!

 

 

 

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