di Giuseppe R. PANICO
Fra guerre che già insanguinano l’Europa, altre guerre che avanzano in Medio Oriente, (ora anche in Siria), altre ancora che si temono nel Pacifico (USA-Cina), nuove crisi coreane, clandestini che preferiscono integrarci e non farsi integrare, sindacati che intendono rivoltare i ‘Italia e fabbriche di auto che chiudono, sembra che pace e tranquillità, ricercate da tutti, almeno a parole e soprattutto a Natale, continuino a stare ben lontane. In paese, dovremmo essere comunque un po’ contenti nel sapere che la nostra linea ferroviaria, in aggiunta all’allargamento della SS 275, verrà elettrificata e la stazione ammodernata.
Ma con fondi PNRR, presi a prestito dall’Europa per fini produttivi e, dunque, da restituire con i dovuti interessi. Contenti lo saremmo ben di più se qualche esperto in materia ci illustrasse, con evidenti dati e concrete analisi, a quanti potrà servire tale ammodernamento, visto, peraltro, che la popolazione si riduce e invecchia, pendola molto meno verso Lecce e viaggia su gomma.
Si va, dunque, nel mantenere nel Sud Salento, carrozze e stazioni deserte, enormi vincoli territoriali ed urbanistici ed ingenti sprechi. Da noi, poi, l’alta massicciata ferroviaria è come una muraglia cinese che tiene ben separate le frazioni di Tutino e S. Eufemia. Separazione mai mitigata, in tanti decenni, né da un passaggio a livello meno duraturo, né da un ampliamento della prospicente viabilità, (ristretta, subito dopo il passaggio a livello, verso S. Eufemia e assenza di marciapiedi).
Lo stretto varco sotto il ponte di Tutino ci immette poi in una urbanistica da tempo antico e con difficile transito. Due scarni e ben lontani accessi, dunque, da/per due antiche comunità ed una vastissima, inutilizzata e recintata area ferroviaria che quasi nessuno frequenta. Per cultura diffusa o interessi, pare che non siamo molto portati a dibattere sul futuro, come anche sull’uso del nostro pubblico denaro e pubbliche risorse. E così quei pochi ragazzi che facciamo venire al mondo, da sempre meno coppie e matrimoni, e che spesso poco educhiamo e formiamo, in gran parte ci abbandonano diretti altrove.
Luoghi e città ove dinamismo e lungimiranza hanno già fatto buon uso anche delle aree ferroviarie in eccesso, come l’area di Porta Romana a Milano. Del PUG si parla tanto, quasi come della pace e, come questa, tutti lo vogliono ma in tanti lo ostacolano o ritardano. E così, nemmeno quest’anno, né i Re Magi né Babbo Natale, ci porteranno in dono pace e PUG. Forse la Befana che, con più tempo, più anziana, più povera e più avveduta e arrivando su una scopa, sarà più lesta a spazzar via cattivi e cattiverie, spreconi e ciarlatani. Intanto, alzando gli occhi al cielo, vediamo che ci crollano addosso i Cinque Stelle, con i loro “Vaffa” e le loro comiche, come pure, ben più disastrosamente, gli “Stellantis” con le loro auto.
Sperando, almeno a Natale in quel mondo migliore che nessuno pare capace o ben deciso creare, non ci resta che Palazzo Gallone. Per un mondo almeno in effige, grazie a nuovi Michelangiolo, Raffaello, Caravaggio od altri che in erba, con nostri mille euro per l’acquisto di qualche centinaio di bombolette a colori, avranno come tela, un bel muro in paese da trasformare in opera d’arte.
Speriamo che attiri più turisti, ora avvantaggiati, sempre a nostre spese, anche da un bel pullmino elettrico. Intanto, se i binari morti o moribondi dovranno sopravvivere, anche a ricordo degli scandali FSE del passato e della moderna lungimiranza, potremmo, almeno, provare a… “rivitalizzarci”, se non verso l’agognato mare, almeno verso Tutino e S. Eufemia.
Con un sottopassaggio carrabile a doppia corsia e marciapiede, a prosecuzione del Viale della Stazione, Faciliterebbe il collegamento con le due frazioni ed oltre, l’ingresso in paese e verso piazza Cappuccini e snellirebbe via Roma.