di Vincenzo Errico
Mario, Donato, Antonietta, Lucio, Teresa sono nostri concittadini che non si conoscono tra loro, ma che vivono storie simili, fatte di solitudine.
Hanno la fortuna di essere ancora autosufficienti, ma la sfortuna di essere rimasti soli. Una di loro, Antonietta, ci ha parlato della sua vita, della sua normalissima famiglia e dei suoi due figli, che hanno studiato e una volta laureati si sono dovuti trasferire all’estero per poter lavorare e lì sono rimasti ed hanno formato la loro famiglia, tornando nella nostra terra solo per brevi periodi. Ci ha parlato della prematura scomparsa del marito e della profonda solitudine che la circonda, nonostante sia una splendida settantenne, molto energica e vitale. Una settantenne che si è posta e ci ha posto una domanda: “Perché la politica non ha mai pensato di realizzare o attrezzare una struttura già esistente, affinché tante persone come lei possano trovare ospitalità, in assoluta autonomia e libertà, usufruendo in spazi comuni di tutti i servizi e l’assistenza di cui potrebbero aver bisogno, dallo svago all’aiuto per il disbrigo di pratiche, il tutto gestito da personale specializzato?” Ed è proprio dal racconto di Antonietta e da questa domanda che noi di “Tricase Insieme” abbiamo preso spunto per una profonda riflessione. Abbiamo capito che esiste una categoria di persone che spesso, molto spesso, viene trascurata. Anche da noi di Tricase Insieme! E non abbiamo difficoltà ad ammetterlo. Così, ci siamo attivati contattando tecnici ed operatori del terzo settore per confrontarci sulla fattibilità ed abbiamo continuato ad incontrarci con Antonietta, che è stata la musa ispiratrice per un progetto concreto e circostanziato, per edificare
LA CITTÀ DELLE PERSONE
Il nostro progetto prevede la creazione di una struttura aperta con una gestione pubblico privato che dia la possibilità di conservare intatta la propria autonomia e consenta di usufruire contemporaneamente di servizi ed assistenza comuni. È un progetto che è stato accolto, promosso e sposato con grande entusiasmo da diversi operatori del terzo settore, al punto di proporre, per la realizzazione, una sorta di azionariato partecipativo fra pubblico, privato ed operatori del settore.
Una collaborazione che ha dato vita ad un progetto esecutivo con un preventivo di massima dei costi del progetto e ha permesso di individuare la struttura, ovvero lo spazio dove potrebbe sorgere.