di Giuseppe R. PANICO

Il recente “report “sulla storia patria del nostro PUG (Vol. n 13) seguito da quello sul “Parco Otranto- Leuca e Bosco di Tricase” (Vol. n 15) evidenziano ancor più la continuità di una politica basata su opportunismo e continui ritardi. Lobbismo e Familismo Amorale da parte degli elettori e Populismo e ricerca del Consenso da parte degli eletti, sembrano ancora l’efficace collante di uno stile amministrativo che, favorito da burocrazia senza eguali e frammentazione delle responsabilità, parla di sviluppo ma, di fatto, lo ostacola o lo ritarda.

La recente proiezione al cinema Moderno del docufilm “S. Cesarea, Splendore e Disperazione” di A. De Giuseppe, con folta e interessata presenza di pubblico, nell’ evidenziare vicende storiche, amministrative e territoriali di tale vicina località costiera e delle sue terme, non può che portarci a riflettere anche su politica e sviluppo locali. In particolare, su discontinuità amministrative, carenze programmatiche e inopportune scelte che ne sono spesso derivate.

La attuale decadenza di S. Cesarea, pubblicizzata col docufilm anche su circuiti esteri, sembrerebbe ormai evidente, visto che le terme non sono più attrattive come prima, il turismo culturale rimane marginale e quello costiero preferisce (come spesso succede da noi per gli stessi Tricasini), altri lidi più attrezzati (in particolare per la nautica). Senza poi trascurare i vincoli territoriali e burocratici dovuti al parco “Otranto-Leuca e Bosco di Tricase”, che, dopo quasi venti anni dalla sua istituzione, non ha ancora una approvazione definitiva e dunque una chiara linea di azione.

Una situazione che dovrebbe indurre anche la politica di Tricase e la cittadinanza tutta a più riflessioni, nell’ottica di auspicabili dibattiti e proposte concrete sul tanto atteso PUG, anche per le nostre due marine e la maggiore economia e benessere che potrebbero derivarne ed espandersi su frazioni e vicinato (albergo diffuso etc.). Proposte che, in carenza di  economia produttiva e cultura d’impresa (se non di Stato e servizi e di una sofferente Zona Industriale), possano portare a frenare una decadenza, ormai evidente anche da noi, nelle tante famiglie sostenute da pubblici contributi, nelle tante case inutilizzate, abbandonate incomplete o in vendita, nella marginale urbanistica  ed ora anche nel timore che la prossima realizzazione di un nuovo vasto complesso ospedaliero in zona  Maglie-Melpignano possa ridurci il prezioso apporto economico e sanitario derivante dal nostro ospedale.

A seguito del docufilm, si è accennato come la decadenza di S. Cesarea sia dovuta anche alla assenza di un porto e dunque di un determinante ramo della economia turistica e costiera. Basta pensare allo sviluppo di Otranto e Gallipoli; come anche di Leuca che, pur non avendo spiagge, come anche noi e S. Cesarea, ha avuto, grazie al vasto porto turistico, un deciso sviluppo economico.

Una linea programmatica per il nostro PUG, auspicabilmente da sviluppare dunque verso e sulla costa, anche contraendo/limitando qualche vincolo del Parco e valorizzandone le potenzialità. Purtroppo, l’assenza nel Consorzio di gestione di qualsiasi componente di Tricase, pur facendone parte con un vasto territorio, ci riduce ad essere un “membro minoritario” e con un “…Bosco di Tricase” ridotto a ben poco.

Aumentare dunque le nostre potenzialità nautiche (Tricase Porto e Marina Serra) grazie ad una più efficace gestione e manutenzione di specchi d’acqua e, in particolare, delle infrastrutture portuali e adiacenti aree a secco, ora danneggiate dal mare, dalla protratta inazione manutentiva e da recenti (e ripetute) improvvide scelte, verrebbe anche incontro alle professionalità legate al mare sviluppate, ormai da diversi anni, in un nostro istituto scolastico, ma senza adeguato sbocco locale. Considerati i grandi porti turistici già nelle vicinanze, basterebbero intanto interventi già possibili quali: dragaggio, porti a secco, aree di stazionamento, ampliamento ormeggi etc.  Più che per il piacere di andare per mare, per il dovere di non svilirci economicamente ancor più.

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