Gentile direttore,

le chiedo un po' di spazio sul suo settimanale, per l’importante ruolo che svolge nella nostra comunità. Ma anche per la lunga e pluridecennale attenzione che ho avuto per Il Volantino fin dai suoi primi numeri.

Il suo editoriale "Questioni di tutti”, apparso sull'ultimo numero, mi suscita alcune riflessioni che condivido volentieri con lei e tutti i lettori.

Aderisco a molte delle sue considerazioni, pur trovando alcune contraddizioni e criticità su cui divergo e che, mi auguro, potranno trovare occasioni di dibattito e approfondimento.

La sua disamina affronta due temi diversi, ma che poi fa opportunamente convergere in una valutazione critica congiunta, come cattivi esempi di pratica politico-amministrativa. Il primo tema che affronta è il Piano Triennale delle opere Pubbliche, che ha approvato la Giunta come collegato al Bilancio di previsione e che sarà portato in Consiglio tra qualche giorno.

Lei afferma “Il volto di una città si deve vedere e anche sentire”, magari “con il più ampio coinvolgimento di chi ci vive.” Come darle torto! Poi entra nello specifico del Piano, rilevando alcune mancanze importanti.

L'altro tema che fa emergere e che collega al precedente è la questione dell’ecomostro di Tricase Porto. Da notizia della manifestazione promossa da 13 associazioni ambientaliste e si rammarica che non si sia potuta ascoltare la voce del Sindaco o di altro rappresentante della maggioranza. E’ utile ricordare che a questa manifestazione aveva aderito la mia associazione Cantiere Civico ed erano presenti tutti i consiglieri comunali di minoranza, accomunati dalla stessa idea di rimozione dell’ecomostro e di restituzione alla fruibilità collettiva del tratto del bellissimo promontorio da far acquisire dall'Amministrazione Comunale. Una posizione diametralmente opposta a quella che espresse il Sindaco in campagna elettorale nel corso del dibattito organizzato da Il Volantino che si tenne in Piazza Cappuccini. Egli affermò che avrebbe visto con favore il recupero dell'immobile per farne un ristorante stellato. La sua assenza alla manifestazione credo sia attribuibile all’imbarazzo per questa posizione, in presenza di gravi abusi certificati dai giudici.

Nel modo con cui l’Amministrazione ha operato su questi due temi, il piano delle opere Pubbliche e la gestione della discussione sull’ecomostro, lei individua con ragione una carenza allarmante. Sono, infatti, “ temi che meriterebbero una discussione ampia, che coinvolga maggioranza e opposizione e, ancor di più,  l'intera comunità tricasina.” Cito con virgolettato questa sua affermazione, intrisa di passione civica per la partecipazione, con cui concordo appieno.

Ma devo, purtroppo, riportarla alla realtà più grigia  e alle responsabilità di chi, per funzioni istituzionali, dovrebbe attivare questi processi: chi ha incarichi di governo della comunità.

Il Piano Triennale delle opere Pubbliche, ad esempio, è stato varato senza convocare neanche una riunione della Commissione Consiliare competente in cui anche i consiglieri di opposizione avrebbero potuto esprimersi.

Figuriamoci se da questa maggioranza, dalla sua dimostrata propensione a considerare le decisioni politiche come scelte di pochi, ci si possa attendere la creazione di luoghi e strumenti partecipativi allargati. Con buona pace dei tanto declamati “ Tavoli delle responsabilità”(copyright De Donno in campagna elettorale) che avrebbero dovuto caratterizzare una nuova stagione di politica partecipata.

Non è accaduto e l'impoverimento del dibattito politico nella nostra città è preoccupante. Si registra certo la presenza di una vivacità culturale, ma che non riesce a irrorare di idee forti un ambito politico sempre più impermeabile. E questo richiama anche per noi il tema della qualità della democrazia e della necessità di impegnarsi per irrobustirla, in un tempo in cui i suoi nemici storici( populismi e autocrazie) rialzano la testa.

Su un punto del suo articolo, però, mi sento di dissentire decisamente. Lei parla di "democrazia avvilita” mettendo insieme la latitanza della maggioranza che rifugge da momenti di confronto e le “inconcludenti sedute di consigli comunali che si dilungano su interrogazioni e interrogazioni che non risolvono alcunché”. Mi sembra sbagliato e superficiale mettere sullo stesso piano fenomeni così diversi. L'interrogazione è uno dei pochi strumenti a disposizione dei consiglieri comunali d'opposizione per sollecitare la risoluzione di problemi dei cittadini, per far emergere ritardi e errori nelle scelte compiute o quali attività si intendono intraprendere in un determinato campo della vita sociale. E se non si producono risposte adeguate, le responsabilità risiede in chi governa e deve generare azioni concrete. Appiattire o annullare le differenze dei ruoli, può generare solo confusione in cui è difficile individuare responsabilità. Porre interrogazioni non è un vano parlarsi addosso, ma un esercizio di critica che fa emergere altri punti di vista. Richiede l’ascolto dei cittadini e la fatica per tradurre le loro insoddisfazioni in proposte di soluzione.

Anche questi credo che siano valori della democrazia che lei apprezza e per i quali noi continuiamo a impegnarci.

La ringrazio con immutata stima

Carmine Zocco

Consigliere Comunale di Cantiere Civico

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