di Pasquale FERRARI

La raccolta differenziata è il primo passo, importante e decisivo per la sostenibilità ambientale, per il riciclo dei rifiuti. Permette una notevole diminuzione della quantità di rifiuti che finisce in discarica, o negli inceneritori, laddove presenti, l’abbattimento dei costi del trattamento successivo, e di ridurre il problema delle discariche e dei problemi sociali che ne deriverebbero.

La perfetta riuscita dell’intero processo di raccolta, però, richiede l’applicazione e la premura di tutti gli attori: dai cittadini, in primis, agli operatori addetti alla raccolta “porta a porta”, non meno importanti. È capitato a volte, tuttavia – così come segnalazioni riferiscono – che la catena così perfettamente pensata, in città e nelle frazioni, abbia prodotto ‘inceppamenti’. Per negligenza o per troppa premura.

Per colpa o per dolo. Se è successo, infatti, che per ‘colpa lieve’, qualcuno abbia sbagliato addirittura il giorno per depositare un particolare contenitore, sacchi o buste all’esterno della propria abitazione, ritrovandoseli, ovviamente, allo stesso posto la mattina successiva, non si comprende come altre volte, sulla scorta di chissà quale valutazione, gli addetti “alla raccolta” non abbiano ritirato alcune buste “trasparenti” contenenti plastiche e metalli.

Sarebbe interessante conoscere se tale stima rientri nelle loro competenze e se, nel caso, gli stessi non abbiano almeno l’onere di motivare la scelta di non ritirare i rifiuti (magari compilando, a supporto delle loro considerazioni, un fac-simile di attestazione, che funga pure da ‘insegnamento’ per i manchevoli).

Un dubbio anche abbastanza legittimo laddove si considerasse che tale opinione dovrebbe quindi essere espressa anche per tutti gli altri rifiuti (l’organico e il non riciclabile, ad esempio!).

Un eccesso di zelo, forse, quello di alcuni operatori (magari solo uno), che stride, inoltre, pure con l’operato di altri loro colleghi, riferito da altre segnalazioni che raccontano di carte, cartoni e plastiche che svolazzano dai carri in corsa perché raccolte senza alcun telo di protezione, finendo ai margini delle strade e nelle campagne. Con buona pace di quei cittadini, accorti e attenti, che li avevano differenziati.

Altre premure, invece, sarebbe ovvio aspettarsi da chi quotidianamente monitora “porta a porta” le nostre abitazioni: tipo quel minimo di attenzione che basterebbe per accorgersi di chi, da tempo, evitando il ‘fastidio’ di differenziare in casa i rifiuti (e di depositare diligentemente i contenitori), se ne infischia del riciclo, della sostenibilità, delle discariche e dei problemi sociali ed ambientali, rinchiudendo il tutto in un unico sacchetto di plastica, ben chiuso con la forza del proprio menefreghismo. “Tanto – penserà – ci son sempre i cestini pubblici…”. Puntualmente ripuliti da altri (tutt’altro che attenti e zelanti come i primi), con “diligente disinteresse”

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