di Alfredo SANAPO
Abbiamo potuto recentemente constatare quanto sia pericolosa la siccità prolungata combinata con una continua ventilazione nel propagare incendi.
Sono quotidianamente visibili, infatti, nel nostro territorio, numerose colonne di fumo, senza considerare le apocalittiche immagini televisive che ci giungono da Corfù e Rodi.
Questi focolai hanno stimolato una mia riflessione su quanti progetti, all'interno del PNRR, sono stati presentati ai fini della prevenzione degli incendi.
 
Quasi sicuramente molto pochi, visto che la frequenza degli eventi continua a non diminuire. Non si può dare la colpa sempre e soltanto ai cambiamenti climatici: sapendo che questo è ormai un fatto acquisito, le scelte politiche non sono esenti da responsabilità. Non so se, in questo senso, il nostro Comune ha preso le sue misure.
Data la natura prevalentemente dolosa degli eventi incendiari, per prevenirli, occorrerebbero tre strumenti, uno umano e due tecnologici che potrebbero lenire la situazione. Quello umano è il dovere civico di ogni cittadino che deve denunciare a chi di competenza ogni incendio che vede.
Ad esso , andrebbero aggiunti due aiuti tecnologici: uno consistente nell'installazione di foto-trappole in tutti i punti di accesso e strategici in aree as alto rischio incendio. L'altro sarebbe l'accesso da parte degli enti preposti alle celle telefoniche nelle immediate vicinanze del luogo potenzialmente pericoloso.
Incrociando i dati degli orari delle denunce, degli accessi contemporanei nella zona oggetto e dell'agganciamento alle celle telefoniche, potrebbero essere più facilmente attribuite delle responsabilità.
Non so quanto è stato fatto in tal senso ma sono sicuro che molto c'è ancora da fare. Di certo non vorremmo perire di fuoco amico.

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