di Alessandro DISTANTE

Il caldo torrido accende l’estate; ed il dibattito si infiamma: qualcuno dice che è colpa del Governo, qualcun altro che è la stagione e niente di più; sta di fatto che le temperature medie –e non solo in Italia- sono aumentate e di qualcuno sarà pure la colpa, nessuno escluso.

Anche a Tricase le temperature aumentano e, dopo la fine della crisi amministrativa, il dibattito si accende. Sarà solo colpa del caldo oppure sarà, anche in questo caso, colpa di qualcuno?

La domanda sorge spontanea se si pensa, per esempio, alla polemica per il rilascio forzato di locali comunali da parte di Liquilab. Colpa dell’Amministrazione o colpa di chi? Da un lato la rivendicazione della titolarità di un bene da destinare all’Assessorato alla Cultura; dall’altro, la rivendicazione di un’attività culturale che merita di essere salvaguardata.

Certo, se le temperature scendessero, si potrebbe trovare un punto di intesa evitando il muro contro muro. Salvaguardare le produzioni culturali è un conto, salvaguardare la sede delle attività è altra cosa. La tutela del patrimonio immateriale trova fondamento giuridico, ma ben diverso è ritenere che le attività debbano continuare ad essere svolte necessariamente in un determinato locale, per giunta non proprio.

La questione è più generale ed investe il rapporto degli enti privati con gli enti pubblici e tra beni pubblici ed attività delle associazioni. I locali di Piazza Dell’Abate non sono gli unici ad essere affidati ad enti privati; questi ultimi, ovviamente, svolgono funzioni sociali apprezzate ed apprezzabili, ma è pur vero che anche altre associazioni potrebbero fare altrettanto. Ed allora?

E’ sempre il caldo che ha fatto passare in secondo piano –almeno al momento- il Piano triennale e quello annuale delle opere pubbliche varato dalla Giunta. Quando il caldo politico passerà, proveremo a riflettere, per esempio, sui quasi 6 milioni di euro per la riqualificazione degli impianti di pubblica illuminazione e semaforici (investimento a costo zero per il Comune in cambio della concessione del servizio per un certo numero di anni), oppure sui lavori da finanziare con il PNRR, tra i quali la fognatura pluviale a Caprarica e Depressa (1,2 milioni di euro), o gli interventi di rigenerazione urbana del centro storico di Caprarica e di Tricase per quasi 4 milioni di euro, oppure i lavori di costruzione di un nuovo asilo nido e centro ludico per la prima infanzia in via Giaccari (circa 2,5 milioni). Sono alcune delle opere previste per l’anno in corso.

Quando i bollori estivi si spegneranno sarà il caso di confrontarsi serenamente, ma apertamente, non solo sulle cose da fare ma verso dove la Città vuole andare; ed allora le questioni diventeranno politiche e non potranno prescindere da una visione culturale di fondo e di prospettiva.  Non esiste infatti una cultura che guarda al passato se poi la Città non è in grado di fare tesoro di quelle memorie per vivere il presente e progettare consapevolmente il futuro. Non saranno i luoghi o le sedi a divenire importanti ma i contenuti e sarà quello il vero terreno del dialogo, nell’interesse non dell’Amministrazione e delle sue proprietà o delle Associazioni e dei loro programmi ma della Città tutta intera. Un confronto che stenta a decollare fino a quando si assolutizzano progetti e prospettive senza tenere conto della complessità della Città e della molteplicità delle sue componenti. Ed è questo il terreno della cultura politica che tutti (pubblico e privato) sono chiamati a formare.

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