di Alessandro DISTANTE

Dopo due mesi di crisi politico-amministrativa, il PD esce allo scoperto e scrive al Sindaco De Donno (il documento lo trovate a pag. 5) respingendo le proposte di riordino delle deleghe con redistribuzione dei relativi assessorati. La ragione? Sono proposte –secondo il PD- che “non ci consentono di dare una congrua rappresentanza alle risorse e competenze interne del partito”.

E’ una questione che non avrebbe destato sorprese in quella tanto vituperata Prima Repubblica dove il “manuale Cencelli” la faceva da padrone ma dove, tuttavia, i Partiti avevano un peso rilevante all’interno nella vita del Paese perché realmente rappresentativi dell’elettorato.

Ora, francamente, in un contesto completamente diverso con la elezione diretta del sindaco e con la morte (purtroppo) dei partiti, diviene poco comprensibile una crisi che, in buona sostanza, si risolve in una questione di pesi e contrappesi e di rappresentanza di un Partito all’interno della coalizione.

Tanto meno si comprende e si può condividere una crisi che sembra originata dalla esigenza di vedere rappresentate le “risorse e competenze interne del Partito”.

Se non capisco male, le esigenze interne del PD diventano causa della crisi amministrativa che, quindi, non ha nulla a che vedere –stando a quanto si legge- con questioni di amministrazione, pure adombrate, invero genericamente e senza approfondimenti, in qualche recente documento.

Quindi vien da dire che alle origini della crisi e del suo perdurare non si intravvedono questioni che riguardano o che interessino i cittadini!

Sorprende infine che il problema della “congrua rappresentanza” sia sorto nonostante che, in questi primi anni di amministrazione De Donno, nessuno della coalizione –e tantomeno il PD- abbia mai sollevato (almeno pubblicamente) alcuna questione o avanzato una qualche riserva sull’attività della Giunta.

Ed allora? Cosa ci può essere dietro questa crisi? Da tempo era venuto meno quel rapporto di “sintonia” tra il Sindaco ed alcuni pezzi (soprattutto esterni) della ampia (forse troppo) coalizione che aveva vinto le elezioni. Da ultimo vi è stato poi il rinnovo della Segreteria del PD cittadino con la confema del Segretario ma con un Direttivo diverso anche per la confluenza, a Tricase come in tutta Italia, della componente che prima si presentava con la sigla “Articolo Uno”.

E’ solo una coincidenza che le criticità siano sorte dopo quest’ultimo accadimento?

Sarà, ma intanto la Città è da due mesi senza una Giunta operativa per questioni di rappresentanza di un Partito e il rimettersi alla volontà del Consiglio comunale –come dichiarato nell’ultimo documento- costituisce un modo come un altro per il disimpegno, atteggiamento che è molto lontano da una condotta responsabile che, per i comuni mortali, significa: o dentro o fuori!

in Distribuzione