di Alessandro DISTANTE

In questo numero, Alfredo De Giuseppe –al quale facciamo i migliori auguri di buon compleanno- ci ricorda il suo essere tutinaro, cioè di Tutino, una “frazione” –dice lui- forse declassata a “semplice rione”; dopo i ricordi nostalgici, il buon Alfredo va a curiosare sulle origini, non solo sue, ma, in fondo, anche nostre, allargando il suo orizzonte a mondi  lontani.

In un altro servizio Alfredo, questa volta Sanapo, ci informa della presenza nel nostro territorio di specie di animali prima mai visti e lo spiega andando a scoprire che tutto nasce da lontano e cioè dalle “conseguenze del processo di globalizzazione”.

Ancora più avanti un giovane tricasino, in arte Wepro, produce un disco che “estremizza l’uso del digitale, ovvero synth”, aprendosi alla ricerca di un mondo fatto di suoni nuovi e di nuove sperimentazioni.

Ercole Morciano ricorda, in altra pagina, l’avv. Gennaro Ingletti “cultore della musica jazz; lettore assiduo di giornali, riviste, libri e quant’altro potesse interessare la sua già vasta cultura”; ricorda, cioè, un uomo aperto alla vita e al mondo che lo circondava e lo incuriosiva.

Nel presentare la raccolta delle lettere di don Donato Bleve su “Siamola Chiesa”, Rodolfo Fracasso sottolinea l’aperturadel Parroco versoun ampio mondo, non solo ecclesiale, e verso una società in profonda trasformazione.

Per concludere, Giuseppe Panico fa una radiografia delle nostre marine e rilancia una idea per lo sviluppo turistico sulla scia di altra piscina “poco naturale” di Marina Serra; il tutto, in un quadro di geopolitica planetaria.

La sintesi viene fatta dal nostro poeta Senofonte Cavalieri -che di anni ne ha un po’ più di noi- ma che, guardando oltre ed addirittura al di fuori del nostro pianeta, si apre alle “Quante scie luminose (sono) nel cielo alla ricerca della vita”.

Alla ricerca dunque…del futuro possibile e vero, senza limiti di spazio, perché, per dirla con il premio Nobel per l’economia Amartya Sen, “La mia casa è il mondo”.

 

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