di Alessandro DISTANTE
Vandalizzate panchine e tavoli del Parco di zona Lama. Gli autori? Ignoti.
Ma se fossero stati –come in molti ipotizzano- ragazzini e che lo abbiano fatto, così, per divertimento?
Verrebbe da dire: che bel divertimento!
Bene ha fatto l’Amministrazione Comunale ad andare ai Carabinieri e sporgere denuncia contro ignoti, nella speranza che da ignoti questi vandali diventino noti a tutti.
Videocamere, forze di polizia, controlli? Il punto è che dalla videosorveglianza bisognerebbe passare all’autosorveglianza.
Una recente ricerca condotta dal Dipartimento per la Giustizia Minorile in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed alcune Università ha accertato che negli ultimi cinque anni in Puglia è aumentata la presenza di baby gang e i reati, commessi da gruppi criminali composti da ragazzi e giovani, sono sempre più gravi. I gruppi sono composti da meno di dieci membri, in prevalenza maschi di età compresa tra i 15 e i 17 anni.
Così anche a Tricase? Sarà certo un po’ troppo parlare di baby gang, ma che si tratti di reati è fuori discussione: danneggiamento.
Il rischio è di sottovalutare il fenomeno e, peggio, far finta di niente.
Mi è capitato, alcuni mesi fa, di visitare un campo estivo per bambini.
In un momento di pausa dalle attività guidate dagli animatori, un ragazzino con una pietra percuoteva con forza il tronco di un maestoso albero di eucalipto. Gli ho chiesto perché lo facesse. Mi ha guardato e, senza darmi risposta, ha continuato più forte di prima a colpire l’albero. Il paradosso era che stava partecipando ad un campo che doveva sensibilizzare i ragazzini sui temi della bellezza della natura e sull’importanza della pace.
Certamente anche i ragazzini o i ragazzi che hanno vandalizzato il Parco Lama hanno ricevuto e ricevono non pochi stimoli al rispetto della natura, all’importanza degli spazi verdi, alla essenzialità di un Parco; basti pensare alle lezioni a scuola, agli insegnamenti al catechismo, agli esempi di associazioni che si adoperano per recuperare spazi verdi alla collettività o per liberare campagne e coste dai rifiuti. Eppure accadono di questi episodi.
Sarà la voglia di fare la bravata per vedere riconosciuta dagli altri la propria forza, sarà stato il Covid che ha disabituato per lungo tempo al vivere insieme, sarà la crisi adolescenziale, ma c’è un limite anche alal comprensione.
“Serve prevenzione e una maggiore rete educativa” afferma il Garante regionale dei diritti del minore. Ma forse è proprio questo l’errore: i minori hanno certamente diritti, ma hanno anche precisi doveri.