Quer pasticciaccio brutto delle estumulazioni nel vecchio cimitero di Tricase

di Luigi Marcuccio

Mi sembra che sia opinione condivisa il fatto che l’area ove è ubicato il vecchio cimitero di Tricase debba essere riqualificata e dotata di un nuovo assetto urbanistico.
Personalmente sono convinto che, a ciò, sia propedeutica l’estumulazione dei resti mortali ivi presenti. Chi evoca, anche dalle pagine di questo giornale, i suggestivi scorci dei cimiteri inglesi (oltre che, più o meno sotto le righe, le sue avventure di gioventù in terra straniera...) per concludere che la trasformazione del detto cimitero in un giardino pubblico potrebbe essere effettuata senza estumulare le salme ivi seppellite forse non ha notato che: (a) l’aspetto esteriore di un cimitero nel Regno Unito è completamente diversa da quella dei nostri, in particolare gran parte dei tumuli sono sottoterra e soprattutto non ci sono le c.d. cappelle mortuarie multipiano; (b) nei cimiteri inglesi, a differenza di quelli italiani, vi è un’atmosfera malinconica, elegiaca, e non quella greve dei nostri cimiteri, che ne fanno un luogo ove pochissime persone si recherebbero per effettuarvi attività ricreative. D’altra parte, se non si prevedesse una demolizione di quelle strutture, ubicate nell’area cimiteriale in questione, che non hanno alcun pregio architettonico (e sono tante...), sarebbe problematico effettuarne una riqualificazione, visto che è in gran parte occupata da costruzioni. Certo, un’estumulazione totale non è necessaria a questo fine, perché alcune salme potrebbero rimanere nei loculi di quelle tombe che si decidesse di non demolire: ma ad una tale soluzione si oppone l’imperativo assoluto di evitare discriminazioni... almeno tra defunti.
Dirò di più. Sono a disagio a fronte degli argomenti e soprattutto dei toni di coloro che sono insorti all’idea stessa dell’estumulazione. Da una parte, sebbene non intenda certo mettere in questione la legittimità di talune licenze poetiche, sono profondamente turbato a fronte dell’evocazione, anche se ovviamente metaforica, di una processione di anime disturbate nel loro riposo eterno che ne canterebbero quattro a coloro che avrebbero deciso quest’estumulazione; parimenti, anche gli argomenti di un ingresso di Tricase in una sorta di Guinnes dei primati a motivo dell’entità dell’estumulazione ovvero di un’occupazione del cimitero vecchio mi sembrano sproporzionate rispetto all’entità della questione. Più in generale, la filosofia della ripulsa di qualunque modificazione dell’esistente, in ragione di una tutela di valori antropologici storici e quant’altro, mi sembra espressione di un conservatorismo antitetico rispetto alla mia cultura ed ai miei valori.
Ma che l’intera questione sia stata gestita, sic et simpliciter, in malo modo, non vi è alcun dubbio. L’amministrazione comunale, ricordatasi a ridosso della scadenza della relativa concessione del fatto che l’estumulazione deve essere effettuata dalla cooperativa concessionaria dei servizi cimiteriali ai sensi del contratto di concessione, fissa l’inizio delle estumulazioni a distanza di qualche giorno, sostanzialmente senza permettere a coloro che volessero ri-tumulare i loro cari in un luogo di loro scelta di provvedere in merito. Sono poi perplesso sulla liceità, con particolare riferimento alle estumulazioni dalle tombe per le quali la concessione d’uso del terreno su cui insistono non è scaduta, e su chi dovrà sobbarcarsi i costi dell’operazione inerenti la posa di nuove lapidi sui nuovi loculi. Chiaramente, i nodi irrisolti appena delineati sono suscettibili di determinare un grave nocumento all’erario comunale, anche in relazione al prevedibile instaurarsi di varie procedure contenziose in merito.
In conclusione, ce n’è abbastanza per insistere a che la data di inizio delle operazioni di estumulazione sia procrastinata sensibilmente (ma non certo sine die), e nel frattempo affrontare le questioni ancora irrisolte in quest’ambito. Certo, il fatto che il rapporto contrattuale con la cooperativa obbligata per contratto ad effettuare le estumulazioni verrà a scadenza tra circa sei mesi si frappone chiaramente ad una decisione in tal senso: ma non sembra impossibile trovare degli appigli legali per superare quest’ostacolo, oppure quantomeno pervenire ad un accordo con la cooperativa, ed in ogni modo vale la pena di esplorare queste opzioni.

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