Venerdì, 18 marzo 2022
fonte dontoninovescovo.it
Era il 18 marzo 1935. Alessano metteva alla luce l’ennesimo figlio, anche lui destinato a fare i conti con la povera condizione meridionale. Quella del sud è una realtà difficile da spiegare, è una “croce” ormai radicata da secoli in una avversa congiuntura storico-sociale che, accompagnata anche da pochi ed inefficaci interventi di natura politica, non ha permesso di allontanare il meridione dal suo antico stato di arretratezza. Anche Alessano è coperta dall’ombra di questa croce.
L’abitazione della famiglia Bello era sistemata in via Scipione Sangiovanni, al numero civico 17. E fu proprio lì che il piccolo Tonino aprì gli occhi al sole consegnando all’anagrafe, e alla storia, il suo nome: Antonio Giuseppe Mario Bello. Il papà, Tommaso, in passato era già stato sposato e da quel matrimonio erano nati due figli maschi: Giacinto Antonio Carmine e Vittorio Nunzio Emilio. Rimasto poi vedovo, sposò in seconde nozze Maria Imperato dalla quale ebbe altri tre bambini. Tonino fu il primo a nascere, e a lui seguirono in ordine Trifone Nazzareno e Marcello Fernando.
Tommaso, che era maresciallo dei carabinieri in congedo, fece appena in tempo a mettere al mondo i suoi tre cari pargoletti perché da loro, e dalla moglie Maria, dovette veramente congedarsi per sempre. La stessa sorte toccherà ai due figli del primo matrimonio. Carmine, che era radiotelegrafista sui MAS, morirà per infarto a Milano, nell’abitazione della sua fidanzata. Vittorio, cannoniere in Marina, perderà la vita in seguito all’affondamento della corazzata “Roma”. Era in pieno svolgimento la grande guerra.
Arrivarono per Tonino i tempi destinati a ricevere i primi sacramenti. Battesimo e Cresima gli furono amministrati nella chiesa di Alessano, a volte designata come la cattedrale del paese. Fu proprio in questo luogo che Tonino cominciò a muovere i primi passi di un lungo cammino, imparando di certo qui il passo degli “ultimi” che lo porterà alla sequela di Cristo.
Nel giorno della Prima Comunione
I primi passi nella vita sono sempre i più difficili e non raramente si è soli in questa circostanza; Tonino, invece, ebbe attorno a sé qualcuno che intuì in lui inclinazioni particolari. Don Carlo Palese, per esempio, che era il parroco del paese, aveva già capito che in quel ragazzo si sarebbe realizzato un grande progetto e lo seguiva con particolare attenzione nella sua crescita spirituale. Anche la mamma, la signora Maria, vuole la sua parte nell’aver accreditato al proprio figliolo una giusta strada. Anzi, fu lei a confidare al parroco, don Carlo, le sue intenzioni su quello che sarebbe stato di Tonino.
Infatti, quando il ragazzo terminò le elementari, i parenti non avevano alcun minimo sospetto di ciò che sarebbe accaduto. Per loro era normale pensare che Tonino frequentasse la scuola media nel proprio paese. Rimasero invece stupefatti quando vennero a sapere che il ragazzo stava per essere avviato al seminario diocesano di Ugento, dove avrebbe dovuto compiere gli studi ginnasiali. Questo fu deciso dalla mamma, e Tonino consenziente rimase contento.
Nel paese, intanto, il piccolo Tonino aveva già iniziato a conoscere la “sua” gente. Coetanei e adulti divennero subito i suoi privilegiati interlocutori. Nel tempo libero anche il mare diventò la sua grande passione. Le lunghissime nuotate e gli interminabili tuffi nel mare di Leuca lo vedevano assoluto protagonista di vere e proprie gare con amici. Nel nuoto non aveva rivali, era il migliore. Anche da adulto conserverà questo entusiasmo per il mare. Quando il tempo e il lavoro gli concedevano un po’ di tregua, ne approfittava per trasferirsi nella sua terra d’origine dove trascorreva brevi vacanze a nuotare nel mare di Santa Maria di Leuca. Tutta l’infanzia fu da Tonino vissuta nella semplicità e nell’umiltà, e in quei valori si forgiò il suo animo e la sua personalità. Era ormai pronto a realizzare quel grande progetto che si stava manifestando per volontà di sua madre. Intanto la seconda guerra mondiale era da poco finita. La miseria, la disoccupazione, le distruzioni furono anche in Italia le sue conseguenze. La gente iniziò a trovare fortuna altrove, lasciando le proprie città per recarsi in terre lontane. Anche per Tonino giunse il giorno della partenza, il seminario di Ugento apriva le sue porte al novellino alessanese. Qui iniziò una nuova vita...