di Gian Paolo ZIPPO

TRICASE: CENTRO STORICO CHIUSO AL TRAFFICO?

Tra i tanti interventi pubblicati sul precedente numero de “Il Volantino”, quello di Cantiere Civico si chiudeva con una domanda "Perché no?”… Riprendo la domanda e rilancio: “Perché noi no?”

Non a caso nell’articolo veniva richiamata Otranto e subito balzano alla mente le stradine del suo centro storico e la loro cura,  le bellezze del luogo, nonché l’enorme flusso turistico che giornalmente si riversa in città; per cui mi sono chiesto quale sia stata la chiave di volta che ha permesso tutto ciò.

A tal proposito parlando con un amico del luogo ho compreso che per capire l’attuale situazione di Otranto occorre partire da lontano.

Nulla nasce per caso e per capire i motivi di un successo bisogna andare alle origini.

In effetti, tutto nasce nel 1979 quando con la collaborazione di un allora giovane Renzo Piano venne avviato il “Laboratorio di Quartiere”, “un progetto - patrocinato dall’Unesco – teso ad avviare una ristrutturazione dei centri storici che potesse garantire, con l’intervento di artigiani locali, il mantenimento dei residenti nelle loro case, protagonisti attivi di un percorso virtuoso che si autoalimentava in una sorta di cantiere permanente.

Ed ecco che parte la ricognizione di tutti “i bassi” del centro storico, cresce la consapevolezza della cittadinanza verso la chiusura al traffico veicolare, si arriva all’apertura del primo ristorante, agli incentivi economico/finanziari tesi ad attirare attività commerciali e a riconvertire gli edifici in strutture ricettive diffuse, per passare poi agli interventi di recupero architettonico con la riapertura dell’antica Porta a mare ed il restauro dell’intero circuito Castello-Fossati-Mura, oggi beni comuni restituiti ai cittadini di Otranto, oltre che alle migliaia di turisti che ogni anno li visitano” (cfr. sito del Comune di Otranto).

Grazie anche alla lungimiranza di amministrazioni che si sono succedute nel tempo e che hanno fatto tesoro del progetto iniziale, il centro storico di Otranto è come lo vediamo oggi, con una vocazione turistica che porta l’amministrazione comunale ad organizzare eventi, mostre ed iniziative culturali in grado di attrarre decine di migliaia di visitatori (vedi ad es. Banksy nell’estate 2021 o Salgado in programma per la prossima estate).

Cosa voglio dire con questo? Che a Tricase bisogna replicare quanto fatto a Otranto? Sicuramente no, anche perché diverso è il contesto temporale, urbanistico e architettonico, ma suggerisco che sarebbe opportuno adottarne il modello, la strategia e la modalità di approccio.

Le parole chiave sono sempre “programmazione” e “pianificazione strategica”, nell’ambito delle quali avviare un progetto organico di riqualificazione del centro storico. L’obiettivo deve essere di medio/lungo periodo secondo una visione lungimirante e non miope. Allo stato attuale, parlare di chiusura al traffico del centro storico “tout court” può essere prematuro, ma il tutto va inserito in un contesto di programmazione più ampio cominciando un percorso che “naturalmente” porti alla scelta più appropriata.

Ed allora occorre censire gli immobili del centro storico, verificare la possibilità di una loro destinazione ad attività commerciali e ricettive, sfruttare i contenitori culturali che già abbiamo (v. Castello), cercarne degli altri, sfruttare le bellezze architettoniche che abbiamo (v. Piazza Pisanelli, San Domenico, Chiesa Matrice), valorizzare vicoli e stradine come quelle della zona “puzzu”, creare un collegamento con le marine, predisporre parcheggi ai margini del centro storico, adottare un piano traffico coerente con le esigenze dei cittadini e in linea con la conformazione urbana di Tricase, creare delle joint venture pubblico-private volte allo sviluppo urbanistico, cercare e partecipare a bandi per finanziamenti di opere di riqualificazione urbana dei centri storici.

In tutto questo affidiamoci alla consulenza di esperti e, perché no, cerchiamo collaborazioni con le eccellenze Tricasine che a livello nazionale ed internazionale possono contribuire al fatidico salto di qualità.

Dimenticavo…..Tricase non ha ancora un PUG! Quindi, ora più che mai, occorre accelerare e dotare la città di uno strumento urbanistico ormai imprescindibile per avviare qualsiasi progetto.

I cittadini, gli imprenditori, i proprietari degli immobili, i giovani hanno bisogno ed il diritto di sapere sulla base di quali regole muoversi.

Anche se qualcosa in autonomia si è mosso, alcune iniziative che hanno visto nascere punti di ristorazione e ritrovi culturali sono state avviate anche in zona “puzzu” e dintorni, ma tali interventi non possono essere lasciati esclusivamente in mano ai privati. Occorre fornire loro il giusto supporto affinché fungano da volano per la rinascita del centro storico.

L’Amministrazione Comunale ha il dovere morale, oltre che politico, di creare il giusto substrato regolamentare su cui poter avviare concreti progetti per lo sviluppo e per il rilancio di un centro storico in grado di ridare allo stesso quel ruolo di aggregazione sociale e culturale, oltre che di attrattore turistico, che gli compete.

Non posso non concludere con un invito a sfruttare appieno i fondi del PNRR, che devono diventare leva e motore propulsore per le iniziative future.

 

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