di Alessandro DISTANTE
Il Consiglio Comunale ha bocciato all’unanimità il parco eolico off shore della Falck Renewables Odra srl. Si tratta di un progetto che interessa le acque a sud di Otranto fino a Leuca: 100 pale disposte in forma piramidale ad una distanza progressiva dalla costa tra 9 e 24 km per una capacità di 1,3 GW pari al consumo elettrico di oltre 1 milione di nuclei familiari.
In questi giorni la Soprintendenza ha bocciato un intervento di pannelli fotovoltaici su un lastricato solare del nostro centro storico. I pannelli non verrebbero visti da nessun angolo di Tricase, ma potrebbero essere visti solo dal cielo, magari durante il volo di un aereo. Quindi niente da fare; deturpano il paesaggio!
E’ evidente che si tratta di due notizie molto diverse eppure accomunate da una questione di fondo.
Non si può continuare a parlare di ambiente, di ecologia, di gas serra o blaterare di transizione ecologica, e poi non permettere nulla che possa risolvere i problemi; tutto in nome di un ambientalismo radicale che, pur esso, ha già portato a veri disastri (vedi xylella).
“Non vi è dubbio –afferma Legambiente in una recente pubblicazione- che tra tutti questi progetti vi sono anche quelli sbagliati, ma quello che facilmente si nota è come ogni contestazione in qualche modo non lasci mai spazio al dialogo, ai miglioramenti, ai suggerimenti. Colpa degli impianti calati dall’alto, della scarsissima diffusione, se non totale assenza, di processi partecipati sin dalla fase di definizione dei progetti e di una scarsissima informazione e partecipazione”.
Eppure il Governo ha fissato l’obiettivo di installare entro il 2030 70GW da fonti rinnovabili per trovare una soluzione alternativa al carbone. A livello europeo l’obiettivo è la riduzione del 55% delle emissioni rispetto al 1990 e una copertura delle rinnovabili del 72% per la parte elettrica. Dei 20 GW di progetti per i quali è stata fatta istanza dal 2017 ad oggi, ne è stato autorizzato solo lo 0,64. Il 91% di questi si trova nella fase iniziale del procedimento, mentre i provvedimenti di VIA positivi hanno riguardato soltanto 212 MW.
“Di fronte ad un’emergenza ambientale di proporzioni globali e senza ritorno –conclude Legambiente-, forse ci si aspetterebbe un ruolo propositivo e costruttivo, finalizzato alla risoluzione di eventuali criticità, piuttosto che porre veti e blocchi senza soluzione”.
Intanto il Consiglio comunale ha definito l’eolico in mare come il “nuovo fronte di aggressione al paesaggio del Salento, le cui campagne sono già state sfigurate dalla proliferazione selvaggia di impianti fotovoltaici e pale eoliche”.
Secondo il Comune, il presunto impatto zero in mare è smentito da studi scientifici, che attestano invece conseguenze nocive come l’alterazione dell’habitat, la produzione di rumore sottomarino e di campi elettromagnetici, il rischio di collisione con volatili, pesci e mammiferi marini, per non parlare dell’impatto visivo di questi “obbrobri galleggianti”.
Sì, ma intanto come la mettiamo con un disastro ambientale che, se non si trovano rimedi concreti, porterà alla fine dell’intero pianeta?
Per ulteriori approfondimenti: “Legambiente: Scacco matto alle fonti rinnovabili. Tutta la burocrazia che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo gas e finte soluzioni, 2021”.