di Nunzio DELL'ABATE

Da lustri ormai la gestione del campo sportivo di Depressa ha dell’inquietante e del grottesco. L’escalation degli ultimi avvenimenti ha poi toccato l’apice e gridato allo scandalo. La morale è sempre quella: quando si amministrano beni e soldi pubblici saltano gli schemi ed il buon senso.   

Dopo quattro anni di chiusura e totale disinteresse, l’allora Giunta Comunale con delibera n. 44 del 26.02.15 decideva di affidare a terzi la gestione del campo.

Dopo altri due anni trascorsi invano, con determina n.55 del 24.01.17 veniva indetto il bando per venti anni. Nello schema di convenzione posto a gara l’art. 1 statuiva: “L’immobile, comprensivo dell’area esterna di pertinenza e dei relativi impianti, viene consegnato nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, che l’Associazione concessionaria dichiara di aver verificato”, l’art 3 prevedeva il pagamento di un canone oltre alle utenze, l’art.4 l’obbligo di garantire apertura, chiusura e pulizia dell’impianto nonché l’utilizzo gratuito da parte delle scuole del territorio, l’art.5: “In considerazione dell’ammodernamento e della ristrutturazione dell’intero impianto da parte del Concessionario, dell’uso pubblico dell’impianto, della riserva di disponibilità a favore dell’amministrazione comunale e dell’onerosità della gestione, il Comune di Tricase provvederà alle spese di manutenzione straordinaria per quanto riguarda il muro di cinta e gli spalti. Tutte le altre spese di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno a carico del concessionario” e l’art.16 prevedeva la risoluzione dell’affidamento in caso di inadempienza del concessionario agli obblighi assunti.

Con determina n.329 del 4.4.17 il Comune comunicava l’aggiudicazione in favore di una Associazione, poi trasformatasi in società, che solo il 21.11.17 presentava il proprio progetto definitivo di ristrutturazione di € 385.000 per la realizzazione di un campo di calcio a 8 ed uno a 5 entrambi in erba sintetica ed un campo in sabbia polifunzionale al canone annuo di € 500.

Tale progetto veniva approvato con atto n.315 del 29.12.17 dalla nuova Giunta, intanto succedutasi. Ma con tale deliberato stranamente il Comune si faceva carico di “€ 27.000 per l’adeguamento dell’immobile, destinato a spogliatoio, alle prescrizioni di carattere igienico sanitario in merito all’altezza dei vani ed al rapporto aereo-illuminante”, lavori che non erano affatto previsti di sua competenza nella convenzione posta a gara.

Cala il sipario per un anno intero, sino alla determina n.303 del 31.12.18. Con quest’atto avviene l’imponderabile: richiama l’art. 5 della convenzione, solo che fra gli obblighi a carico del Comune compare erroneamente anche la manutenzione straordinaria dei fabbricati e la sostituzione dei cancelli, oltre agli spalti ed al muro di cinta effettivamente previsti, per addirittura € 80.500 oltre iva; inoltre statuisce che il Comune esegua per ora i lavori di ristrutturazione straordinaria di un fabbricato e del terreno di gioco per campo da calcio a 11 in tufo come esistente per una spesa di € 27.000 in modo da rendere immediatamente fruibile la struttura; infine prescrive alla società di avviare le attività sportive entro sei mesi, pena -nuovamente- la risoluzione della convenzione. Il Comune porta a termine i lavori, sebbene non fossero di sua competenza, e nuovamente cala il sipario per due anni e mezzo.

Ancora più aberrante quanto accade con l’avvicendamento dell’attuale Sindaco. Con determina n.57 del 5.3.21 l’Ufficio Tecnico Comunale accetta la variazione di destinazione d’uso della struttura da campo di calcio a campi di padel proposta dalla società. Dopo un mese il medesimo Ufficio con atto n.90 del 7.4.21 annulla la determina di variazione. Non è finita. Passano otto mesi e la Giunta con delibera n.254 del 2.12.21 approva lei la variante.  Ora dopo questa lunga e raccapricciante telenovela, le domande sorgono spontanee e sono tutte angoscianti. Se la società, aggiudicataria dal lontano aprile 2017, non ha pagato alcun canone né le forniture, se non ha eseguito alcun intervento di riqualificazione e non ha avviato alcuna attività sportiva, può ritenersi ancora adempiente? Che senso ha avuto spendere soldi pubblici per sistemare il campo a undici in tufo, se poi si autorizza altra tipologia di attività sportiva e di terreno di gioco? Chi è il responsabile del procedimento amministrativo in questione, della sua regolarità e delle sue variazioni, la Giunta o il dirigente tecnico? Il Sindaco è a conoscenza che un solo campo di padel frutta 40 euro all’ora? Quanti concorrenti parteciperebbero oggi ad un bando così stravolto e vantaggioso, con ingenti lavori a carico del Comune, con canone e forniture a zero euro e con destinazione della struttura a campi di padel? 

Intanto il campo-bene pubblico viaggia spedito verso il terzo lustro di chiusura. Se fosse stata casa propria, sicuramente sarebbe andata diversamente e più sollecitamente. L’auspicio è che gli organi preposti, consiliari e non, qualche regola la facciano rispettare, diversamente il campo di Depressa passerà agli annali come il campo senza regole e…senza ritegno!   

 

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