di Giuseppe R.PANICO
Via Pirandello sembra ormai la strada più trafficata di Tricase.
Al nuovo condominio e ai sottostanti uffici e servizi commerciali, si è aggiunto il parco cittadino e, a breve, un nuovo supermarket e una nuova area residenziale. Va aggiunto il traffico dei tanti servizi all’incrocio con via Thaon de Revel, quello diretto verso le scuole di via Apulia e dintorni e, in particolare d’estate, da/per il mare per via Valli e Viviani. Tale strada è inoltre il collegamento principale verso il quartiere Lama, ormai il più popoloso.
Le crescenti restrizioni/chiusure al traffico del centro storico e le difficoltà automobilistiche da/per Tricase Porto, per la più ridotta sede stradale, causa anche nuovo marciapiede, inducono poi sovente a un percorso alternativo proprio per via Viviani/Valli/ Pirandello.
Quest’ultima, oltre a una saturazione continua degli antistanti parcheggi, è anche racchiusa da due pericolosi incroci (Thaon de Revel e Apulia), resi più a rischio dalla diffusa inciviltà a non rispettare il codice della strada (uso delle frecce, divieti di sosta, etc.). Incroci già oggetto di numerosi incidenti stradali, in gran parte dovuti proprio a scarsa visibilità per veicoli ivi in sosta, in particolare in zona farmacia.
I tanti pedoni (spesso anziani) che da Largo S. Lucia si avviano lungo la discesa verso la stessa farmacia e/o adiacenti servizi, non hanno poi nessuna protezione, nemmeno un ristretto marciapiede o una fila di paletti dissuasori.
Il prolungamento di via Pirandello su via Cattaneo, egualmente interessato da numerosi esercizi commerciali, si ferma poi nella incolta campagna, all’incrocio con via Zanardelli.
Non si consente così di proseguire verso via Roma e piazza Cappuccini, se non attraverso la ben scarsa viabilità di via Toti, Piave, Isonzo, ove le auto in sosta rendono difficile il transito agli stessi pedoni (marciapiedi stretti con sopra le ruote delle auto).
L’arco viario che dalla strada per Marina Serra fino a Piazza Cappuccini o via Roma, tramite via Pirandello etc., poteva essere il nuovo largo ed elegante corso cittadino, oltre che una circonvallazione urbana atta ad alleggerire il traffico per il centro e valorizzarlo ancor più nei suoi aspetti storico-culturali, va invece riducendosi a un mero congestionato percorso.
Si potrebbe migliorarlo con nuovi vicini ampi parcheggi (e dunque meno traffico in zona) attraverso accordi, pur temporanei, coi proprietari dei terreni antistanti e trasformando rapidamente in parcheggio le antistanti aree ACAIT, abbandonate ormai da decenni, collegandole, fra monumento ai caduti e Pirandello/parco, con un ampio viale alberato, ben illuminato e senza scalini.
Una scorciatoia “ecologica”, ciclabile, pedonabile e ad uso diversamente abili che favorirebbe anche il collegamento da/per il centro. Non abbiamo ancora un PUG per lo sviluppo razionale della città e della costa, ma, dopo averlo pure pagato, non possiamo attendere il prossimo secolo per sostituire quello del secolo scorso anche per opere urgenti ed elementari. Vogliamo considerarci “città dell’accoglienza”, come anche a “vocazione turistica” ma accoglienza significa offrire soprattutto sicurezza e funzionalità urbanistica, a cominciare da un asfalto stradale che duri di più e ci squalifichi di meno.
Si potrebbe poi aggiungere una fila di paletti dissuasori sulla discesa verso la farmacia e permettere su tale incrocio, più visibilità e meno incidenti.
Sul marciapiede di via Valli, andrebbero tappate quelle buche ove un tempo crescevano gli agrumi. E poi ancora, consentendo il transito/parcheggio ai soli frontisti su una delle tre vie che da via Zanardelli porta ai Cappuccini, si avrebbe un funzionale collegamento pedonale/ciclistico/disabili dai Cappuccini verso Pirandello/parco/supermercati.
L’Italia, con meno politica ma più razionalità, responsabilità e velocità decisionale (governo Draghi etc.) è stata eletta dall’ “Economist” “Paese dell’anno”. Tricase, almeno nel Salento, potrebbe un giorno aspirare a “Comune dell’anno”.
Ma, da noi, anche i piccoli “draghi”, qui nati e scolarizzati, vengono spinti a farsi grandi altrove e, a tornarci in vacanza, con nuovi amici e colleghi, poco ci pensano. Perché sul mare, anche pagando e dunque sostenendoci, non possono godere né di comode sdraio, né di facili discese a mare.
Né di un antico porticciolo, ancora vietato sia alla nautica che alla balneazione.