di Caterina SCARASCIA

La scena a cui abbiamo assistito il 27 ottobre scorso al Senato, con l’affossamento del Decreto Zan,  è stato qualcosa di rivoltante. Quell’applauso da tifoseria da quattro soldi che inneggia ad una vittoria ideologica che, in realtà, è lo schiacciamento di diritti di persone è inqualificabile, indegno e vergognoso, talmente indecente da superare ogni senso di nausea. Bisognerebbe inventare una reazione fisiologica ed organica per simili spettacoli.

Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità".

Basterebbe questo titolo, il titolo del Decreto, per sospendere il giudizio e fermarsi a riflettere e, soprattutto, per chiedersi: ma nel mondo reale, nella società attuale, fra i giovani soprattutto, questi problemi esistono? Sono causa di disagio, di discriminazione, di insulti, di sofferenza?

La diversità fa paura? Diventa occasione di violenza? Esistono i pregiudizi sugli orientamenti sessuali? Sono causa di discriminazioni, disparità nei trattamenti e nei comportamenti?

Si, tutto questo esiste, eccome!

Fatevi un giro nelle scuole, nei bar, nelle discoteche e vedrete cosa c’è!

Vedrete gli atteggiamenti, le parole, gli sguardi bullizzanti, a livello fisico e psicologico.

Io nel mio lavoro ci combatto ogni giorno e, negli ultimi anni, purtroppo, sempre più spesso. L’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la tran­sfobia esistono e creano un campo di battaglia: da un lato chi fa scelte, o cerca di farle, in base al proprio orientamento sessuale e dall’altro chi contro quelle scelte sputa sentenze e scambia le proprie idee per la “verità” assoluta, che non esiste.

Educare ed informare per far sì che i punti di vista siano molteplici e per far capire che ognuno ha diritto a vivere la propria vita senza “etichette” è complicato, se poi ci si mette di mezzo una politica becera e disgustosa….è finita!

Questa è una classe politica lontana dalla realtà, dai problemi, dalle visioni del mondo di oggi, non si confronta perché non  vede e non sente nulla, tranne i propri interessi.

Ha detto bene qualcuno che, in fondo, il Decreto Zan non importava davvero a nessuno; interessava strumentalizzarlo, questo si, per le rispettive fette di elettorato.

Intanto la gente fuori dal palazzo fa la sua vita, insegue i suoi sogni o i suoi problemi ed è talmente stanca e disillusa che ha deciso anche di rinunciare al voto.

Nelle comunità sempre più sfibrate e sconnesse, fra poco morirà del tutto anche l’esercizio della democrazia

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