di Alessandro DISTANTE

Tricase nodo di mare e di terra” (2,5 milioni di euro coperti, al momento, in parte dalla Regione) è un progetto di riqualificazione della costiera sul quale lavorano due gruppi: uno per i servizi di ingegneria ed architettura (spesa € 100.202,84) e l’altro per l’esecuzione di azioni immateriali (spesa € 46.921,20).

Tuttavia una progettualità costiera può prescindere da una progettualità più ampia quale può essere il PUG? Su questo, troppo tempo si è perso e si continua a perdere nonostante le promesse (si spera non da marinaio) dell’ultimo Consiglio comunale. Con il Piano generale Tricase dovrà sciogliere ben altri nodi quale, per esempio, la viabilità di accesso, i parcheggi, l’edificazione nell’entroterra, per non parlare dei nodi ecomostro e stabilimenti balneari oppure il dilemma tra un porto pieno di imbarcazioni ma al contempo usato come piscina.

Ed ancora: una progettazione, per essere veramente partecipata, deve vedere coinvolta quanta più cittadinanza possibile.

Azioni immateriali con un’indagine attraverso interviste a singoli operatori (l’artigiano, il pescatore, il contadino, la sarta, il maestro d’ascia) con tanto di ballo finale, sono, seppur nostalgiche, di grande effetto, ma non allontanano i dubbi sulla ampiezza della partecipazione e sulla utilità di una spesa, per quanto modesta (€ 3.330,60).

Ecco perché alcuni numeri fa proponevo o, meglio, riproponevo i Forum rionali e i Comitati di frazione: un tema di “ingegneria istituzionale” o, in altre parole, di politica. Ma la politica tace e l’Amministrazione procede (così fan tutte), rincorrendo finanziamenti pubblici dove la partecipazione rischia di essere solo utile ad ottenere punteggio nelle graduatorie dei bandi regionali.

Progettazione partecipata: tutti d’accordo! Ma dobbiamo chiederci: partecipata da chi o, peggio, partecipata per chi? La domanda sorge spontanea e, magari, merita risposta, ovviamente in sede politica.

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