Violenza e Reazioni
L’episodio di cronaca che ha visto una bambina di 11 anni oggetto di violenza -e la Magistratura accerterà di che tipo- suscita domande e chiede risposte, come quella dell’agente penitenziario che, seppure fuori servizio, ha mostrato senso civico intervenendo per aiutare la piccola. È questa la mobilitazione che serve, quella di chi comprende che nulla ci può essere estraneo o, peggio, indifferente.

Riflessioni

Quello che è accaduto mercoledi sera ha scosso le menti e l’anima di tanti. È accaduto anche a me, una profonda tristezza ed un grande senso di solitudine mi hanno invaso.
Ho pensato tanto all’opportunità di scrivere qualcosa, poi la responsabilità rispetto al mio ruolo ed al mio lavoro, ed il fatto di essere cresciuta e vivere a Tricase, mi spinge a condividere i miei pensieri.
Lavoro da tempo con donne e minori vittime di abuso, maltrattamento e violenza e spesso faccio riflessioni rispetto a quello che ognuno di noi, nel nostro piccolo può fare per prevenire questi assurdi e devastanti eventi. La violenza, in tutte le sue forme, è una catastrofe emotiva per gli adulti, figurarsi per un bambino.
Non voglio entrare nel merito della vicenda nota, ma mi ritorna il senso di solitudine devastante che ho provato quando, per un attimo, ho pensato a quella bambina che in solitudine viveva le violenze: Chi mi può proteggere? A chi chiedere? Con chi parlare? Chi può ascoltare la mia solitudine?
Quando accadono queste tragedie, inizia la litania di protesta che ci sveglia dal torpore: Dove sono le istituzioni? Dove sono i Servizi Sociali? Dov’è la scuola? Dov’era la Famiglia?
Ma questo atteggiamento, in qualche modo, ci solleva dalle responsabilità individuali... Ognuno di noi è responsabile, sia in piccola che in grande parte... almeno in questo nessuno è solo.
È finito il tempo di parlare, bisogna fare!

di Maria Lucia De Vito

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