di Giuseppe R.PANICO

Quasi sempre la politica prossima alle urne si avvia sulla strada del cambiamento. Più per ricercare consenso “a caldo” che far fronte alle esigenze della collettività, spesso poco incline, anche in ambienti di alta cultura ed esperienza, a dibattere temi pur importanti.

Ne deriva che decisioni, prese poi senza un esame di idee alternative, come anche di accurato esame in commissione ed a volte sorvolando su aspetti economici e sociali, dimostrano ben presto i propri limiti.

Da un Piano Coste rimasto improduttivo, alla “ristrutturazione” di via Roma, ridotta ad angusto sentiero di shopping e movida, seggiole e tavolini, fra fumanti marmitte di mezzi in transito o in ingorgo.

Dal “diritto di marciapiede”, a ridosso di importanti nuovi edifici, negato alla collettività dei pedoni ma non ad auto private, alle dolorose vicende ACAIT. Nel frattempo, il PUG, in bozza da anni sul sito del Comune, rimane lettera morta, difficilmente risuscitabile negli attuali contenuti. Corre ora sulla stampa l’idea di trasferire all’ ACAIT gli uffici del Comune e trasformare il Gallone in “contenitore culturale”; un provvedimento dagli alti costi, non solo economici.

“ E il Centro Muore” riportava il Volantino  anni fa, causa una Piazza Pisanelli già abbandonata da importanti attività commerciali, di quartieri storici scarsamente risanati, di associazioni sfrattate , di una vicina biblioteca periferizzata e potenziata ma poi meno frequentata, di negozi già in sofferenza, di uno sviluppo urbanistico in senso opposto alle marine e del plateale rifiuto di trasferire il GAL all’ACAIT, a proprie spese.

Il trasferimento del Comune rischierebbe di dare il colpo di grazia al centro città, incentivandone ancor più l’abbandono. La locale movida serale/estiva, come anche un flusso turistico di entità e qualità marginali, per la atavica, quasi ricercata, carenza di servizi balneari e costieri di maggiore profilo, ben difficilmente potranno compensare gli aspetti sociali ed economici, dovuti ora alla presenza del Comune. Di “contenitori culturali” vuoti o semivuoti, se non di arte e cultura, di visitatori/frequentatori/eventi, ne abbiamo già tanti: scuole, biblioteca, cinema, palazzi nelle frazioni, piccoli musei, chiese con grandi locali annessi, locali sul porto, antichi castelli, piazzette etc.

Aggiungere l’intero Gallone e portare il Comune “fuori centro” significa anche addossare ai cittadini, già con tasse in Italia fra le più alte del mondo, scarsa qualità dei servizi, “sopravvivenza” economica basata su debito pubblico e prestiti europei, nuove spese di gestione e manutenzione.

Queste ultime usualmente pari, come media annuale, a 1-2% del valore dell’immobile, pena decadenza e crolli. Ovunque, le attività istituzionali nelle sedi storiche danno valenza politica e culturale alla comunità e le aree industriali dismesse (ACAIT) trasformate in parchi, nuovi insediamenti imprenditoriali o moderni C.S.U (Centro Servizi e Uffici) con studi professionali, sedi di imprese, etc. (e annessi servizi comuni) oggi sparsi fra case e condomini.

La revisione del PUG con sviluppo verso le marine e delle marine, oltre a creare sviluppo e turismo, riporterebbe piazza Pisanelli e vicini storici edifici e chiese ad essere il nostro “Centro di Gravità Permanente” e i quartieri adiacenti non solo ad uso movida e basso profilo abitativo. “Contenitori culturali” potrebbero diventare i locali in eccesso del Gallone e del vicino convento.

 Un alto esempio è il Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica come anche di attività museali aperte al pubblico, (vedasi mio “Il Quirinale e il Gallone”). Un dibattito in merito darebbe un civile contributo alla politica del momento e un motivato sostegno al futuro della nostra Tricase.

Scrive Alessandro Barbano, illustre ospite per il premio “Il Volantino” (1 luglio), “la essenza di una democrazia non sta nelle costituzioni e neanche nel voto libero, ma nel fatto che sulle questioni più importanti si apra un confronto nelle piazze pubbliche”.

Una essenza che da noi stenta troppo a crescere.

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