Di questi tempi non è facile festeggiare il Lavoro.

Eppure lo dobbiamo fare e, soprattutto, lo vogliamo fare. Perché il lavoro è fondamentale; per averlo, però, bisogna prepararsi; formarsi al lavoro non è soltanto un percorso scolastico ma è anche un cammino educativo.

Ascoltare e vedere il Presidente della Puglia Michele Emiliano condividere la richiesta di studenti di non tornare a scuola, è il contrario di chi, come Istituzione, dovrebbe richiamare al dovere di impegnarsi e di impegnarsi seriamente se un domani i giovani di oggi vorranno trovare un lavoro e un buon lavoro.

Una lezione di diseducazione istituzionale quella di Emiliano, alla faccia dei tanti insegnanti che si sforzano di inculcare il senso dell’impegno, alla faccia dei tanti genitori che si sforzano di motivare i loro figli allo studio, alla faccia di quei sani valori (si può dire?) che hanno consentito a figli di povera gente di prendere l’ascensore sociale riscattando secoli di ingiustizie e di fame e di realizzarsi come persone con un lavoro anche al servizio delle famiglie e delle comunità.

Se il Presidente della Regione –forse per fare simpatia- accredita l’idea che il dovere, la fatica, il sacrificio non siano necessari e che il lavoro non richiede applicazione ed impegno non avrà senso celebrare la Festa del Lavoro.

 

 

 

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