di Giuseppe R.PANICO

Come efficienza burocratica della pubblica amministrazione risultiamo, insieme alla Grecia all’ultimo posto in Europa. Se la Grecia sta già pagando il duro prezzo della povertà, oltre che per la gestione economica, anche per questo, noi ci stiamo avvicinando sempre di più allo stesso baratro.

Purtroppo, gli stretti legami fra politica e burocrazia e gli interessi di chi di questi vive hanno creato un sistema duro a scalfire e che troppo ci opprime e ci costa. Sarà per questo che l’Europa ci chiede, a garanzia dei suoi miliardi promessi, di semplificare e velocizzare la nostra burocrazia ed invogliare così ad investire.

Troppe carte, leggi e costi, tempo perso, incerte responsabilità e interminabili contenziosi, sono stati finora un chiaro invito ad investire altrove.

Ci si è messa pure la “guerra” al virus, a dar più luce a tale nostra carenza con dissidi fra Stato e Regioni, provvedimenti inefficaci, troppi morti, troppi soldi e scandali e politici, “turboloquaci” nello scaricare sugli altri, non si sono accorti né di essere in “guerra”, né di non essere all’altezza.

A Roma, il libro “Della Guerra” del generale e stratega prussiano Clausewitz, sembra sia riemerso per l’occasione. Almeno nelle parole “la guerra non è altro che la continuazione della politica con altri mezzi” e, per salvare il salvabile, compresa la nostra svilita credibilità internazionale, è prevalsa la strategia di “altri mezzi”.

Non a seguito di nuovi voti, social, comizi e liste, ma arruolando silenti e super stimati economisti ed esperti generali e mettendo alla porta o dietro la lavagna chi da quella porta non sarebbe dovuto mai entrare.

Si è imboccata una nuova strada e speriamo sua quella giusta, per poi farci tornare ad una politica rinnovata, se non nelle teste almeno nelle idee e nella burocrazia per concretizzarle. Come questa sia altrove ben più rapida e strutturata per semplificare la vita dei cittadini e non per renderli sudditi, pazienti e troppo paganti, vale forse la pena citare alcuni esempi di vita vissuta, pur su argomenti minori.

1) Florida (USA) (anno 1972-no internet-mezzo secolo fa). Ricorso al medico per un forte raffreddore. Alcuni giorni di riposo, ricetta per un paio di pillole giornaliere ed invito a passare dalla farmacia. Raggiunta in 15 minuti, era già pronta una confezione nominativa con solo il numero previsto di pillole e brevi istruzioni.

2) Virginia (USA) (anno 1996). Patente Auto. Stazione della Polizia Stradale, apposita domanda, controllo dello status personale, tramite SSN (Social Security Number) ed esame vista in loco. Esame teorico al computer (domande con risposte multiple) e prova pratica in auto (anche propria) con agente della stradale. Se tutto OK, foto in loco, breve attesa e rilascio della patente. Pagamento dovuto, circa cinque dollari. Va aggiunto che la patente viene concessa a 16 anni e l’addestramento è spesso in famiglia o presso la stessa scuola.

3) Virginia (USA) (anno 1998) Lieve incidente d’auto in città.

Intervento polizia urbana, accertamento dei fatti, verbale e consegna copia. Contatto con agenzia assicurazioni, appuntamento per esame auto presso loro centro sinistri, esame, foto, valutazione danni e contestuale assegno da spendere per le dovute riparazioni.

4) Santiago (CILE) anno 2006 (vendita auto). Auto e acquirente presso pubblica “Notarias”, apposita domanda e consegna documenti propri e dell’auto. Controllo telematico dello status di persone e auto (motorizzazione, assicurazione e polizia). Se OK, registrazione sul libretto del nuovo proprietario, firma cedente e accettante e impronte digitali, comunicazione alle dette autorità dell’avvenuto passaggio, pagamento di circa 20 euro e chiavi al nuovo proprietario.

Almeno per la burocrazia e l’efficienza del sistema statale ed economico, non possiamo che invidiare altri paesi e sperare, visto che non riusciamo o non vogliamo farlo da soli, che sia l’Europa a darci una spinta.

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