di Michele Massimiliano MANGIULLO

GIOVANNI DROGO non vive a Tricase. “Ora sentiva  perfino un’ onda di opaca amarezza, come quando le gravi ore del destino ci passano vicine senza toccarci e il loro rombo si perde lontano mentre noi rimaniamo soli, fra gorghi di foglie secche ,a rimpiangere la terribile ma grande occasione perduta”. 

 

Un bellissimo passaggio prosaico di Dino Buzzati ,dove un tenue riferimento alla natura, eternizza un momento declinabile sino ai giorni nostri, o quasi. 

Eh si! Purtroppo proprio cosi! Attualmente di foglie secche,  su cui il  Giovanni Drogo che è in noi dovrebbe riflettere ,non ve n’è. 

Passeggiando e biciclettando per gli ”ex” viali della nostra amata Tricase, laddove non c’è stata eradicazione,  si notano solo ed esclusivamente  tronchi capitozzati ridotti oramai a stuzzicadenti  piantati; dei maestosi platani o dei bellissimi pini domestici( quest’ ultimi emblema della nostra città) è rimasto  un  opaco ricordo a mortificare la sensibilità di chi guardandoli  da adulto solleticavano il ricordo di una gioia fanciullesca.

Nessuna polemica sia chiaro, anche perché le ditte eseguono giustamente le direttive  e l’attuale amministrazione è troppo giovane per avere tutte le colpe, ma una semplice esortazione.

Un auspicio o un augurio ad essere più empatici con tutti gli esseri viventi,siano essi amici a quattrozampe ,siano essi bellissimi tricasini dai fusti alti e dalle chiome nobili  ,verdi e ombreggianti. Basta con gli ecocidi.

Termino ringraziando questo piccolo ulivo dell’informazione salentina per lo spazio concessomi e un grazie speciale ad  Angelo Bonelli e Fulvia Gravame della federazione dei verdi  di cui faccio parte ,che lottano ogni giorno per la salvaguardia dell’ambiente. 

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