L’animato dibattito sulla revoca della cittadinanza a Mussolini ha portato Tricase agli onori delle cronache. La poco attenta gestione di una mozione con la pilatesca decisione di rinviarne la votazione fino al punto da pretendere un approfondimento in Commissione ha finito per scontentare tutti.

Le reazioni in Città sono state le più varie ma a prevalere è stato lo scetticismo sulla opportunità di dividersi su una questione importante ma non attuale in un momento in cui altre sembrano le priorità.

Un’altra notizia ha suscitato stupore ed amarezza: salsicce chiodate per uccidere i cani.

Il tutto mentre, sempre in questi giorni, in Consiglio comunale si è discusso dello stato di attuazione della legge regionale sulla protezione dei cani.

Se l’Assessore al ramo ha risposto che ancora non c’è stato il tempo di capire come darvi attuazione, intanto in Città qualcuno passava alle vie di fatto intervenendo non certo a protezione degli amici dell’uomo.

In una fase della politica nella quale viene all’improvviso scoperta, a livello nazionale, la competenza e la preparazione, forse è il caso di porre la questione anche in periferia, anche a Tricase.

Dovremmo così chiederci come vengono fatte le candidature ma anche come viene espresso il consenso; è un interrogativo cruciale se vogliamo evitare di sollevare un polverone sulla revoca di una cittadinanza onoraria oppure di fare interventi che si stenta a credere possibili in Consiglio comunale.

Una questione che ne sottende un’altra: dare centralità alle emergenze attuali (sanitarie ed economiche) e focalizzare progetti di sviluppo futuro utilizzando al meglio i fondi europei.

Insomma: mettere insieme passato, presente e futuro.     

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