Se il mare è vita, come si dice da sempre, rivitalizzare il nostro porto è l’obiettivo delle molteplici attività che in questo inizio di stagione si vanno concretizzando. Non solo il nuovo panoramico muro, non solo regate veliche e corsi di vela già fatte o da fare, ma sopra tutto le importanti iniziative che il Comune e Magna Grecia Mare hanno attuato in questi giorni sulla costa. Una costa già funestata da ordinanze vecchie e nuove e mappature in rosso/verde che ci dicono dove fare il bagno e dove no. Una costa in gran parte preclusa a quel turismo che si cerca di incentivare. Forse non tanto per proteggere le nostre teste dalla caduta di massi, anche su tratti di costa che di massi caduti non ne hanno nemmeno uno sul fondo, (una passeggiata geologica in maschera e pinne sarebbe stata forse più utile dopo le terragnole valutazioni) ma per proteggere il fondo-schiena di funzionari e dirigenti. Innocenti vittime anche loro (ma non sempre) di una burocrazia che tutto vieta, poi troppo tollera e tutto affonda. Non bastava la balneazione portuale fra barche, boette e paperette; ora avremo anche quella vietata ma con casco in testa e cornetto rosso al collo. Meno male che Marina Serra l’homo sapiens, forse un tempo più diffuso e lungimirante, seppe conciliare la natura con il proprio benessere e, scavando qua e minando in là, creò quello stupendo spettacolo e quel grande e multiforme valore aggiunto che è la piscina di Marina Serra, ormai celebrata anche su riveste di pregio e frequentata in sicurezza tutto l’anno. Nel contempo audaci ed intrepidi bagnanti d’alto mare, si facevano spazio fra le pecore e i montoni, la belante fauna del Lavaturo di un tempo, e si tuffavano in quelle splendide acque, non di rado, oggi inquinate dalle troppe creme solari di moderne foche e trichechi. Ma, tornando alle nuove iniziative culturali a Tricase porto non ci resta che gioire. -La creazione di un pregevole Avamposto Mediterraneo sulla biodiversità marina e costiera, con spazi multimediali e laboratori, aperto a studiosi e curiosi, se, da un lato, consente l’uso di locali da decenni in abbandono, ha dall’altro gettato le basi per uno sviluppo scientifico ed universitario di grande interesse. Ma spentosi l’eco dei molteplici discorsi, rimane ora l’arduo compito di renderlo produttivo di ricerca e cultura e non un passivo retroposto impiegatizio o una ambita preda fronte-mare delle prossime mareggiate. -La libreria itinerante sul mare, del caicco Portus Veneris contribuirà a diffondere la cultura del mare e superare quelle carenze, ancora attuali, che spinsero un antico collega a scrivere, nella prefazione di un nuovo vocabolario marinaresco dedicato, nel 1932, a Sua Altezza Reale Luigi di Savoia, nell’Italia di oggi la coscienza marinara non è del tutto formata, le cause di questo ritardo sono complesse... Un ritardo ancora attuale che tale pregevole iniziativa, in aggiunta alla grande biblioteca del mare che la Lega Navale Italiana gestisce a Napoli presso il Centro Studi Tradizioni Nautiche, farà conoscere il mare non più come un infido elemento ma un mondo in gran parte ancora da scoprire e così vitale per il nostro sviluppo. Una palestra di idee ove la forza della natura si raffronta con l’intelligenza ed il vigore dell’essere umano, ma anche con le sue debolezze e le sue ignoranze -Il raduno dei Fratelli della Costa, organizzato dalla tavola (sezione) di Tricase, con le loro prestigiose barche a vela lungo la banchina della Lega Navale ed il loro piratesco linguaggio, oltre a dare una nuova pregevole immagine al nostro porto, ha fatto conoscere meglio la nostra terra, la nostra gente, il nostro mare e poi rendere omaggio ad un grande velico della nostra costa, Francesco De Nitto, recentemente scomparso, veleggiando su mari lontani, verso la sua ultima meta. Forse un giorno anche Tricase avrà quella scuola di vela, non di rado osteggiata da una diversa cultura. -L’edizione del bel volume Piscare ci riporta invece a tempi ormai lontani, a quei modi di pescare che, in gran parte superati, costituiscono la memoria storica, ora ben recuperata, della nostra gente di mare e dei suoi riferimenti geografici sulla costa, utili a noi tutti per conoscerla meglio. -Sui terrazzi della Lega Navale, nel notturno scenario del nostro porto il prof. Pasquale Santoro e gentile Signora davano un saggio della loro alta maestria. Nella brezza che, provenendo prima dal mare portava sin nel cuore i suoi profumi d’azzurro e poi, più tardi, provenendo da terra, accarezzava le spalle e portava le essenze della nostra flora costiera, moderni brani e antiche prose, intrise di mare e di gente di mare, si facevano rara poesia. Nato in epoca più recente, non ho avuto modo di conoscere quell’antico collega ma mi verrebbe da dire che qui a Tricase la coscienza marinara è in forte ripresa. Grazie soprattutto a Magna Grecia Mare e il suo Portus Veneris. Quasi una nuova mitologica nave Argo ove i suoi Argonauti, ritrovato il Vello d’Oro della cultura marinara, lo vanno distribuendo per ogni dove. Vi è ancora molto da fare per il nostro porto e la nostra costa. La cultura, per non essere esclusiva, necessita di una più diffusa economia e l’economia non può svilupparsi senza una buona cultura. Non basta dunque il software della cultura dei pochi a spese dei tanti, serve anche l’hardware per una nuova scultura che, rimodellando il nostro porto e i suoi servizi, porti a un benessere senza esclusi. Per il Comandante di nave Argo, per agli Argonauti ed ai fratelli e sorelle della costa artefici di questo brillante solstizio d’estate, sale intanto a riva un ben meritato segnale, ma a bandiere e in codice marinaro e... militare B.Z. (Bravo Zulu).

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