di Vincenzo Marra

Caro Pino Greco,è con il cuore gonfio di tristezza che ho accettato il tuo gentile invito a scrivere poche righe in ricordo della maestra Effina Esposito; la cara maestra Effina,la “signora”come la chiamavamo noi della classe 58.Sì nel corso del quinquennio si è aggiunto qualche ripetente ma il nucleo portante è sempre rimasto quello.La “signora”,dicevamo,l’abbiamo sempre chiamata così nel corso dei 5 anni e nel corso dei decenni successivi.

Quando andiamo a trovare la “signora”? Ci chiedevamo nel corso degli anni io,Rocco Marra,Desiderio Panico,l’indimenticabile Franco Marra,Nicolardi Arturo e gli altri. Oppure: Ieri ho incontrato la “signora”,vi saluta tutti,erano le parole che al telefono potevi ricevere da uno dei componenti di quella classe “speciale”.

Ma partiamo dall’inizio. Ho conosciuto la “signora”Effina il primo giorno di scuola elementare.

Allora,negli anni 60,in pieno boom economico,a scuola non era come adesso con pre-iscrizioni,iscrizioni e compagnia bella.

Il 1 ottobre,mano nella mano con la mia mamma mi incamminai per la scuola elementare R.Caputo,l’unica di Tricase Centro;Via Apulia, “Le Scole Nove”furono inaugurate l’anno dopo.

In 4-5 aule della scuola vi erano sedute delle maestre che prendevano le iscrizioni degli alunni.Entrammo in un’aula dove era seduta lei e mia madre le diede tutti i miei dati personali.Uscendo mi disse,raggiante: ti ho iscritto alla classe della signora Effina Esposito,è un’insegnante molto brava,vedrai ti troverai bene in questi cinque anni.E così fu. Io non so da dove mia madre avesse attinto tutte quelle informazioni ma andò veramente come disse lei.

Furono cinque anni meravigliosi sempre con lei come insegnante dal primo all’ultimo giorno con dei compagni altrettanto meravigliosi che,a distanza di tanti e tanti anni,sono sicuro,direbbero le stesse cose..Quello che ci colpì tutti,fin dal primo giorno di scuola fu la bellezza,la bontà e un’eleganza fuori del comune.

Nel corso degli anni abbiamo apprezzato la sua preparazione dal punto di vista didattico che con termini più moderni potremmo oggi definire”inclusiva”in periodo della nostra scuola di passaggio,un periodo molto difficile.Gli addetti ai lavori sanno che c’era stata da poco la riforma della scuola media unica e una certa rivisitazione dell’intera scuola dell’obbligo,ma le “scorie”della vecchia scuola resistevano.

In poche parole anche alla scuola elementare si bocciava senza farsi tanti problemi.

Lei no.Non fermò nessuno di quella leva.Anzi no,ne fermò uno in seconda elementare.Ma il “rimorso”se lo portò per i tre anni successivi; ogni tanto ce lo ricordava anche perché questo bambino le portava regolamente i fiori.

Ricordo ancora le sue parole: “ ragazzi abbiamo perso un compagno dal cuore d’oro”.In un’epoca in cui gli insegnanti,poi,erano,come posso dire,particolarmente “maneschi”,non ho mai visto la maestra Effina “adoperare”le mani verso un alunno e questa è una cosa che le fa particolarmente onore.

Ci sarebbero tante cose da dire,caro Pino,tanti episodi da raccontare,tante lezioni da ricordare ma non c’è tempo,la quotidianità ci pressa inesorabile ma due cose alla fine voglio ricordare : l’amore per il nostro paese e come ci faceva preparare alla festa della mamma.

Per quanto riguarda il primo punto che riguarda la geografia fu un lavoro molto bello e impegnativo: ogni regione dalla Valle d’Aosta alla Sicilia aveva il suo quaderno a parte dove scrivevamo e studiavamo di tutto,dalle caratteristiche fisiche del territorio,agli usi e costumi della popolazione.

E poi i cenni storici e i vari popoli che nel corso dei secoli si erano succeduti.In pratica sapevamo tutto delle nostre regioni dalle tradizioni dei pescatori di Camogli alla storia della Repubblica marinara di Amalfi.Per quanto riguarda la preparazione alla festa della mamma,i più anziani ricorderanno che fu istituita proprio negli anni 60.

Ma a differenza di oggi che viene ricordata una delle prime domeniche di maggio,allora veniva “festeggiata” sempre il 9 di maggio.

Ebbene per un mese,l’intero mese di aprile in pratica su un quaderno a parte,foderato da una bella fodera rossa con al centro un bel fiore verde,scrivevamo pensieri,racconti,poesie dedicate alla nostra mamma sempre sotto la sua amorevole guida e ci preparavamo a questa bella festa da sempre molto sentita.

Caro Pino Greco il tempo è scaduto.Come diceva una vecchia canzone : “Mi dispiace devo andare”….

Ciao Maestra Effina,buon viaggio e,per favore,porta un bacio alla mia mamma.

 

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