Lunedi,20 luglio 2020
di Antonio Turco
Mi è capitato in questi ultimi mesi di essere ricoverato nel nostro ospedale, alle prese con problemi che hanno comportato un intervento chirurgico.
E' stato un periodo pieno di esperienze e sensazioni personali ma anche di riflessioni di carattere generale sulla qualità della vita della nostra cittadina.
Sono stato nel reparto di Chirurgia generale e credo che la mia memoria abbia assorbito a sufficienza quello che accade intorno a quei 45 metri per 2 del corridoio che divide le stanze dei degenti. Un posto intorno al quale si muovono incessantemente tutti gli addetti del reparto in un ordine e secondo schemi organizzativi di indubbia efficacia.
In questo spazio si consumano le attese, le apprensioni e le speranze di chi deve sottoporsi a trattamenti chirurgici, esperienza sempre difficile da affrontare per chiunque; ma una tale attesa rende spesso l'animo più aperto al dialogo con gli altri degenti e lo scambio di sensazioni ed esperienze si fa più confidenziale, beneficiando della generale fiducia di fondo sulla qualità dirigenziale del reparto.
La giornata tipo parte alle sei di mattina quando è già iniziato, lungo il corridoio,un traffico umano fitto e incessante paragonabile ad un viale di una grande città. Colpisce la solerzia, la velocità con cui ogni singolo operatore, dal più importante in giù, percorre il corridoio sotto lo sguardo vigile di una suora che contribuisce con la sua materna supervisione a coordinare felicemente il flusso lavorativo.
Difficile non percepire nel lavoro cosciente e meticoloso che garantisce questa buona organizzazione, una professionalità ed una sensibilità che non appartengono (ahimè) al nostro meridione, ma che piuttosto, riflettendo, fanno venire in mente confronti con le migliori tradizioni del nord, e anche oltre.
Da una parte la professionalità del Direttore del reparto insieme al personale medico e dall'altra l'attenzione e la cura del personale infermieristico insieme al fondamentale supporto amministrativo, tecnico e umano delle Suore Marcelline, lasciano chiaramente intendere che il nostro ospedale è in una programmata fase di crescita qualitativa in tutti i reparti, come si può intuire guardando fuori dalla finestra dove si vedono importanti lavori in corso, come se le strutture seguissero l'andamento migliorativo generale con adeguamenti strutturali, come se non ci si possa fermare, come se stare al passo con i tempi sia indispensabile.
L'Ospedale Cardinale Giovanni Panico non viene da un altro mondo, fa parte di Tricase, è un pezzo di Tricase, diretto molto bene da autorità di Tricase e retto dal lavoro, a tutti i livelli, di gente di Tricase, e proprio grazie a questa felice combinazione di forze ed intelligenze è diventato un indubbio organo vitale per la nostra cittadina.
Perchè, l'altro organo vitale, il nostro Comune, ha un funzionamento di una qualità largamente inferiore? Il nostro Comune, spiace dirlo, è in caduta libera dal punto di vista dell'efficienza politica e amministrativa, sia per l'indebolimento del numero della forza lavoro impiegata, sia per la qualità delle forze politiche che dovrebbero governarlo. Come mai questa differenza così evidente ed altrettanto inaccettabile? questa profonda differenza di spirito costruttivo, di senso dei tempi, di buona volontà, di orgoglio creativo ?
La recente dissipazione della amministrazione ne è sintomo, una amministrazione leggera, appena percepibile, ma corrosa dalle solite liti interne e bloccata nella sua azione amministrativa, tutto questo in uno scenario di crisi sociale ed economica abnorme.
E' questo il massimo che la coscienza politica di Tricase può dare ? I risultati sono la conseguenza delle scelte: la passata amministrazione è nata dalle nostre patologie politiche, dall'isteria di votare “contro” anche a costo di eleggere il peggio, di affidarsi ciecamente all'ultimo arrivato, e infine dalla eccessiva naturalezza con cui si offrono le proprie candidature, ignorando che rimane un punto incontestabile che una classe dirigente non può non fondarsi su una solida e convincente cultura generale dei singoli che la compongono.
Gli scenari futuri parlano di importanti interventi provenienti dall'Europa come il Recovery found che, se approvato, farebbe entrare l'Italia in una importante fase di riformismo sociale accompagnato da una pioggia di aiuti finanziari che arriverebbero anche nei comuni come il nostro, che amministrazione ci prepariamo a votare ? si farà il bis ?
Per questi motivi la distanza tra questi due organi vitali rappresenterà in futuro la misura della qualità di una amministrazione politica efficiente, da qui il richiamo all'elettorato ad una attenzione ed una più profonda coscienza nell'esprimere il proprio voto, in modo che consenta di contrastare i problemi sociali che ci riguardano ed abbia a modello scelte efficaci ed al passo con i tempi.
La complessità dei tempi in arrivo richiede solidità di pensiero e scelte conseguenti, il nostro Ospedale non potrà guarire le nostre patologie politiche ma resterà un ottimo modello organizzativo cui fare riferimento.