Alle amministrative del 2017 era palpabile fra gli elettori il sentimento di cambiamento, si voleva mutare modello di governo cittadino quasi a prescindere.
Su questo slogan, se pur privo di contenuti programmatici e di compattezza fra i candidati schierati, Chiuri costruì il suo successo elettorale agevolato nondimeno dalla frammentazione del centrosinistra e dai voti giuntigli nella fase del ballottaggio anche da questa parte politica. Le dinamiche dei tre anni di amministrazione che seguirono sono note.
Ora, in vista delle imminenti amministrative di settembre, nel mezzo di un comune sentire di delusione e rassegnazione, la parola d’ordine prevalente fra cittadini ed addetti ai lavori è altra: ricostruzione.
In una casa i Cambiamenti si riferiscono al modo di arredarla o di servirla, le Ricostruzioni invece partono dalle fondamenta e necessitano di più pilastri e di solido calcestruzzo.
Ebbene in questo momento tutto serve per ricostruire una decente Casa Comunale tranne che personalismi, autoreferenzialità, prove individuali di forza, veti incrociati e condizionamenti regionali.
Piuttosto tanta umiltà e consapevolezza che si è tutti importanti ma nessuno indispensabile, tanta voglia e passione di pedalare assieme con il bello e cattivo tempo e con in testa unicamente la meta programmata e condivisa in tutta onestà e serietà. Va recuperato quel sentimento prevalente di comunità solidale e lavorante, quell’orgoglio di appartenenza che costituiscono la chiave di volta del successo di tante realtà cittadine.
Si sia uniti e responsabili nella scelta del miglior governo cittadino ed altrettanto lo si sia all’indomani quando si dovranno affrontare le note dolenti della città.
Mai più lo iato fra la Casa Comunale e le case delle attività produttive, delle associazioni, delle scuole,delle parrocchie e dei singoli cittadini.
Ognuno deve sentirsi entusiasta protagonista del futuro della città, anche per una semplice idea suggerita e recepita nel segno del miglioramento della qualità della vita e della crescita economica ed occupazionale.
Su questo solco va indirizzato l’impegno di chi ha responsabilità politico-amministrativa di prima linea in modo da ravvivare i corpi intermedi della società e, come raccomandato da questa testata, formare e rigenerare la classe dirigente del domani.
Per iniziare ci vuole un patto di ferro fra galantuomini quanto più allargato possibile e la convinzione che Tricase ha bisogno di azioni forti e strategiche per ricostruire quell’idea di città centrale e poliedrica che abbiamo sempre sognato. I tempi sono stretti ed i rischi di inciampare tanti, ma l’ottimismo prevalga.