Domenica,5 luglio 2020
di Alessandro Distante
La classe dirigente che serve al Paese. E’ uno dei temi centrali del dibattito nazionale ed è uno dei temi che interessa Tricase.
La questione, tuttavia, non è solo e non è tanto quella di individuare una persona, donna o uomo che sia, e neppure un gruppo di “illuminati” che sappiano guidare la futura Amministrazione, quanto di formare una classe dirigente.
Come ha insegnato anche la recente esperienza politico-amministrativa, non è affatto sufficiente riempire le liste di candidati, magari anche giovani e pieni di tanta volontà ed onestà, se poi non vi è un forte progetto per la Città e se non vi è una costante e continua frequentazione di una “scuola” sul come fare politica e, soprattutto, se non vi è la convinzione e la pratica che la democrazia è un metodo del governare che migliora l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa.
“Darò conto agli elettori al termine del mandato”: “Fateci governare e poi tra cinque anni saranno i cittadini a giudicare”; sono frasi ricorrenti, frutto di una democrazia formale se non addirittura “occasionale”.
Né la questione può essere risolta mettendosi a scrivere, magari dopo un confronto con la Città, un programma (obbligatorio per legge).
Come sempre è accaduto, mi preparo anche questa volta a leggere programmi tra loro molto simili: tenere pulita la Città, sviluppare il turismo, favorire le categorie più disagiate, promuovere iniziative di supporto al commercio, all’artigianato, all’agricoltura e alla pesca.
La questione è quella di come arrivare ai programmi ma, soprattutto, di quali meccanismi si intendono porre in essere per attuarli e per aggiornarli costantemente. E, quindi, quale grado di coinvolgimento dei cittadini si vorrà in concreto perseguire durante la vita amministrativa.
In occasione del PUG, l’Amministrazione ha provato ad allargare il dibattito: un tentativo apprezzabile, già fatto dalla precedente Amministrazione, ma con risultati deludenti se si tiene conto del numero dei cittadini (ma anche degli amministratori) che hanno partecipato a quegli incontri. La questione, quindi, non è affatto semplice.
Un segnale tuttavia viene dal mondo delle associazioni che, proprio in questi giorni, si ritrovano per autoprogrammare l’Estate tricasina e non solo. Una forma di autogoverno che costituisce un tesoro importante per la Città.
Segnali dai quali partire per un “Progetto Tricase” del quale la Città ha veramente bisogno, un Progetto che serva non solo a definire obiettivi strategici ma anche ad avviare un percorso di formazione di una Classe dirigente; ed ogni formazione richiede un percorso ineludibile e da costruire non ogni cinque anni ma giorno dopo giorno, con impegno, studio e passione.
P.S. Il Volantino conferma la disponibilità ad ospitare contributi scritti sulle “Idee per la Città”.