Sabato,13 giugno 2020

La Redazione

E’ come uno tsunami: mozione di sfiducia, dimissioni del Sindaco,dimissioni degli Assessori, dimissioni dei Consiglieri della ex maggioranza.Un karakiri progressivo giocato sulla pelle della Città e nascosto dietro confuse e paradossali motivazioni.

La mozione di sfiducia (come quelle, ad esempio, che si presentanoin Parlamento nei confronti del Governo o di singoli Ministri) deve arrivare in Consiglio, deve essere discussa e deve essere approvata: quindi non è detto che porti allo scioglimento.
Il Sindaco infatti ben può presentare una proposta politico-amministrativo convincente e superare la mozione.
Equivocando sulla natura e sulla funzione della mozione di sfiducia, il Sindaco, rinunciando ad una possibile iniziativa politica, si è dimesso ed insieme a lui tutti gli Assessori, così giungendo alla paralisi del Comune.
Come se non bastasse, si sono dimessi anche i sette Consiglieri della ex maggioranza, con l’unica conseguenza che le loro dimissioni, siccome inferiori alla metà dei consiglieri, danno luogo alla surroga dei primi dei non eletti ed allungano l’agonìa del
Comune.
In questo modo si protrae una crisi che è unicamente dannosa alla Città, una sorta di accanimento terapeutico che non trova alcuna giustificazione.
Meglio sarebbe o sarebbe stato favorire un immediato confronto in Consiglio e verificare la capacità del Sindaco di superare la mozione di sfiducia oppure, in caso di approvazione della sfiducia, giungere allo scioglimento con una situazione netta e chiara. I Cittadini a quel punto avrebbero tratto le loro conclusioni ed
espresso il loro giudizio con il voto.

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