Sabato, 30 maggio 2020

di Antonio Coppola,ex Sindaco di Tricase:Quanto lavoro insieme e quante battaglie… E oggi, caro Giuseppe, sento un gran vuoto dentro

 

Adesso! Lega le chiavi della città alla mano di San Vito !”.

Un bisbiglio all’orecchio, stando in disparte.Questo è stato Giuseppe per me nei 17 anni di amministrazione. Sempre pronto a dare consigli ed a condividere idee, progetti, strategie elettorali, senza bisogno di apparire, tanto sapevamo tutti che c’era,c’era sempre.

L’ultima sua creazione il premio Turris Magna, annuale riconoscimento alle personalità che si erano distinte nella o per la nostra Tricase.

Quanti ricordi: la squadra di pallavolo, che riuscì a portare in serie B, la sua passione per la Juve ed il suo club: “Antonio, i figli di un vero juventino saranno sempre juventini !” mi diceva, prendendomi in giro perché ho due figli interisti.

La passione per la squadra di calcio di Tricase, rifondata dopo il crollo dalla serie C con un’operazione inventata all’ultimo momento, il raduno bandistico, uno dei più importanti in Puglia e non solo, il ruolo fondamentale nell’associazione dei comuni di San Vito che ha visto più volte la partecipazione di tanti sindaci alle manifestazioni a Tricase o l’invito a noi rivolto per partecipare in tutta Italia alle manifestazioni degli altri comuni.

E la scuola materna Tommaso Caputo di cui è stato presidente per tanti anni. Sempre tra la gente e con la gente. Questa sua capacità di coinvolgere e di raccogliere consenso lo rendevano unico a Tricase. Chiunque avesse ambizioni politiche si rivolgeva a Giuseppe ed in ogni campagna elettorale, a qualunque livello, i candidati gli chiedevano consiglio o sostegno.Leale e mai vendicativo.

Antonio non te il prendere. In politica è così. E poi, sai, in politica i peggiori avversari di oggi possono essere i tuoi migliori alleati di domani. Non bisogna mai rompere irrevocabilmente i rapporti”.

Non lo diceva tanto per dire.Lo vedevo, con persone che gli avevano fatto male, riaprire il rapporto ed il dialogo, senza rancore. A volte glielo facevo notare e quasi si meravigliava.

Era naturale per lui che le offese, gli sgarbi, non lasciassero traccia.

Ed il suo gusto per il buon cibo. Una volta gli dissi che sarei passato da Minori tornando da Amalfi. Mi chiese di comprargli una torta con pere e ricotta in una pasticceria di cui mi indicò esattamente l’ubicazione. Quattro campagne elettorali dal 2000 e nell’Amministrazione comunale fino al 2017, sempre insieme, in un gruppo forte e coeso. Il suo parere era sempre ascoltato da tutti noi ed era autorevole. 

I tanti progetti condivisi, piazza Cappuccini, il palazzetto dello sport, l’acquisto dell’ACAIT e l’avvio dei lavori per il recupero, la rigenerazione della zona 167, i tanti progetti a Tricase Porto, i progetti per il sociale e lo sport, fino all’ultimo lavoro, il parco cittadino. Quanto lavoro insieme e quante battaglie….

Primo ottobre 1970, Inizia il mio quarto anno di liceo scientifico a Tricase, nella scuola di via Micetti. C’è un nuovo compagno: Giuseppe Colazzo. È la prima volta che ci incontriamo. Decidiamo di sederci insieme negli ultimi posti della fila centrale. Inizia quel giorno la nostra amicizia. E oggi, caro Giuseppe, sento un gran vuoto dentro

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