Associazione Tricasèmia

Tricasèmia: il Tricase calcio è la squadra della città, c’è bisogno di voltare pagina .

L’associazione Tricasèmia, sin dalla sua fondazione ha come scopo principale, quello di sostenere e coordinare, nei limiti delle proprie possibilità il mondo sociale e associativo della città di Tricase, che abbraccia una grande varietà di ambiti tra i quali vi è quello sportivo e calcistico.

Noi associati, agiamo nella consapevolezza che qualsiasi associazione, società sportiva o gruppo di volontariato che opera nel e per il nostro territorio sia un patrimonio della città e ne promuoviamo con convinzione la “vera” collaborazione, in quanto l’unità d’intenti ha sempre portato solidità e forza a un qualsivoglia progetto.

Motivo per cui lo scorso anno, viste le evidenti ed enormi difficoltà in cui versava la società “Asd Atletico Tricase” che rappresenta calcisticamente la nostra città, spinti da un gruppo di sostenitori e membri del tifo organizzato abbiamo deciso di coordinare il progetto dell’Azionariato popolare, in attesa della nascita di un autonomo e specifico comitato.

Il progetto, è partito tra mille intemperie: una su tutte la poca disponibilità di tempo che ne ha impedito la nascita dello stesso comitato ma non la raccolta fondi che è servita a mandare avanti l’intera stagione calcistica, andando a colmare scadenze vitali per il prosieguo dello scorso campionato di Promozione.

Tricasèmia, oltre a coordinare insieme ad alcuni tifosi e appassionati il progetto, si è presala responsabilità (in particolare il presidente Gianluca Errico) di mettere a disposizione il proprio conto corrente associativo per il passaggio dei versamenti (tutti certificati e verbalizzati) dei “sostenitori” prima di essere versati alla società calcistica per i motivi sopra citati.

Un ruolo impegnativo, importante e delicato che però non sembra essere stato accolto con particolare entusiasmo dal gruppo dirigente dell’Asd Atletico Tricase che ha fatto partire la scorsa stagione calcistica in totale autonomia, pur non avendo le disponibilità economiche e uno stralcio di programmazione per poterlo   fare come successivamente si è avuto modo di vedere nell’arco dell’intera annata.

Purtroppo tra gli stessi dirigenti, se ne è constatato persino un certo malcontento circa l’esito della raccolta fondi ritenuta da alcuni “insufficiente”.Condividiamo buona parte del contenuto dei due comunicati emanati dai gruppi della tifoseria organizzata come “Tricase Fans” e “Rum Boys” in quanto, esprimono in modo inequivocabile il malcontento che si respira in città tra tifosi e appassionati, sintomo di sofferenza che per quanto ci riguarda deriva anche dall’incapacità del gruppo societario di rapportarsi con il cosiddetto “mondo esterno”, un “mondo” invece prezioso per i valori della nostra associazione.

Noi associati, pensiamo che la società calcistica del club che rappresenta la nostra città debba aprirsi alla stessa città ed accogliere con entusiasmo tutto ciò che di buono possa derivare dalla piazza.

Sono anni che cerchiamo, invano di trasmettere questo tipo di messaggio e che lanciamo proposte per mettere in atto tutto ciò, come ad esempio l’idea di una sede sociale in città e non nello sgabuzzino che costeggia lo spogliatoio, la stessa idea dell’azionariato popolare, la collaborazione (vera) con le scuole calcio presenti sul territorio e via dicendo.

Proposte fatte con l’intenzione di fare crescere il sodalizio sportivo l’interesse e l’avvicinamento dei tricasini alla squadra, salvo poi accorgercene che il gruppo dirigente, oltre lo spazio antistante la porta d’ingresso degli spogliatoi dello stadio, proprio non riesce (o non è interessato) a vedere.

Da parte nostra, comprendiamo, come abbiamo sempre fatto, tutte le problematiche che ci possono essere e ringraziamo sinceramente e sentitamente, tutti i membri della dirigenza per quanto di buono fatto in passato per la squadra. Ma allo stesso tempo, non possiamo non constatare che la stessa dirigenza negli ultimi anni stia rendendo oramai l’aria “irrespirabile”.

Il dolore della retrocessione in Prima Categoria, ci aveva illusoriamente aperto la speranza di poter per davvero ricominciare daccapo, con persone nuove, con una dirigenza completamente rinnovata, all’indomani di quelle che a tutti noi parevano “ovvie” dimissioni dell’intero direttivo che fino ad allora aveva fatto parte della società e che aveva gestito il tutto navigando a vista.

Purtroppo, i nostri auspici e le nostre speranze, da ovvie si sono rivelate utopiche e non riusciamo a farcene minimamente una ragione, in quanto, tale modo d’agire si contrappone nettamente con i principi fondanti della nostra associazione, che mettono in primo piano il bene collettivo rispetto a individualismi di vario genere.

L’associazione Tricasèmia ha “promosso” la stessa società anche attraverso il progetto “Tricasèmia sport”, in quanto con i propri canali social ha raccontato il Tricase ai tricasini che vivono in altre città d’Italia e del mondo, accompagnati dalla passione e dall’emozione di raccontare la nostra terra e quindi anche il nostro Tricase a chi per vari motivi è lontano dalla nostra città. Il motto del nostro progetto è “raccontiamo emozioni” e le uniche che siamo riusciti a raccontare, sono state trasmesse da un gruppo di ragazzi encomiabili che scendendo in campo guidati da un signor allenatore hanno dato il massimo per salvare la faccia del Tricase, di tutti noi e persino della dirigenza.

A quest’ultima però, chiediamo per quanto possibile, di completare l’opera rassegnando le dimissioni e lasciando libero lo spazio a potenziali nuovi protagonisti.

C’è bisogno di voltare pagina, respirare aria nuova e il Tricase ha necessità di riacquistare dignità e credibilità e (spiace metterlo in evidenza) ciò non può avvenire con le stesse persone che nell’ ultima stagione hanno tradito patti e promesse, mettendo a rischio l’intero campionato e l’immagine del calcio tricasino.

Ci piacerebbe iniziare a respirare aria nuova, ce lo meritiamo noi tifosi ed appassionati, se lo merita la nostra città.

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