di Giuseppe R. Panico

Se facciamo un giro del paese, delle campagne e della costa, possiamo facilmente notare il gran numero di case o villette incomplete o abbandonate o comunque non utilizzate.

E’ una vasta percentuale del nostro patrimonio immobiliare. Spicca ovviamente il solito, non ancora abbattibile e non espropriabile, “mostro” di Tricase Porto, ora messo in sicurezza, e dunque a “nuova vita”, forse per altri decenni. Se poi esaminiamo il costo delle case, vediamo che tende a calare sempre di più, 826 euro/mq, ben inferiore alla media provinciale e meno che a Specchia (849) e Andrano (843) (da immobiliare.it).

Non è solo colpa dell’economia che non decolla e che ci pone, con un incremento del PIL pari allo 0.2%, all’ ultimo posto in Europa, né del calo delle nascite e della emigrazione dei nostri giovani che, per avere un buon monolocale a Roma o Milano, devono vendere o svendere l’equivalente di un appartamento in paese o sulla costa. Né perché cambiano i criteri abitativi e costruttivi e tante case vecchio stile hanno poco mercato. Contribuisce anche una colpa collettiva dovuta ad una mentalità ancora restia alla buona urbanistica e funzionalità cittadina e poco sensibile a quel famoso art. 9 della nostra Costituzione, a protezione anche del paesaggio urbano.

Ne deriva un modo di vivere la città, il quartiere, il comprensorio, le marine, ben lontano da quello di paesi ove è d’uso che apposite commissioni di quartiere, composte dagli stessi abitanti, ispezionino periodicamente le facciate delle case e richiamino i proprietari per muri scrostati, finestre da pitturare, erbacce da tagliare, panni all’aperto, antenne sbilenche, macchine mal parcheggiate etc.

Oltre che una testimonianza di civismo, è  la consapevolezza che il valore economico del proprio bene-casa, e così il piacere di vivere il quartiere, vadano protetti anche dal vicino (o amministrazione) che, inconsciamente o meno, dimostri trascuratezza, superficialità e abbandono. Il paesaggio urbano, con edifici pubblici e privati, è un importante bene comune e non solo un insieme di libere scelte estetico-funzionali, trascuratezze e comportamenti.

E’ un simbolo di identità e civiltà paesana, con aspetti turistici e culturali, e dunque economici, che le stesse istituzioni sono chiamate a proteggere. Da noi invece si vedono pure facciate a colori sgargianti e vistosi; altro che chiari e tradizionali in stile mediterraneo. Per i marciapiedi poi, (bene pubblico anche questi) ognuno sembra pavimentarlo (e a volte illuminarlo!) a proprio gusto e consumo, mentre i nostri imbianchini, a volte dimentichi del bianco o di un adeguato standard di pitture, si fanno pittori con proposte di facciate a colori. Forse è il caso che il Comune, come fanno altri Comuni, senta il dovere di intervenire. I prezzi delle case calano anche per un progresso urbanistico che ristagna da decenni.

Non solo per carenza di piste ciclabili o, in alternativa, di strade esistenti da dedicare (anche fuori dal centro storico) al solo transito pedonale/ciclabile; ma anche perché nuove grandi e ricche costruzioni sorgono a fil di strada o senza adeguati marciapiedi (se non per uso automobilistico!).

Senza parlare del solito asfalto che, altrove e con climi impervi, regge così bene, mentre da noi troppo si sfilaccia e si buca e poi, come un calzino troppo usato, a volte si rammenda.

Alcune aree urbane inoltre attendono ancora le fogne. Le case sono il bene-rifugio di tanti (in Italia circa il 70% dei cittadini è proprietario di quella casa ove abita). Spesso l’ultima risorsa lasciata ai nostri ragazzi senza lavoro o in coda per un reddito di…cittadinanza e che non vorranno svenderle per pochi euro, anche per colpe pubbliche o private.

Migliori facciate e servizi ed eliminare o recuperare mostri, mostriciattoli, incompiute e “arlecchinate” urbane e costiere non può che accrescere il loro valore. Ancor più in un paese che ha la fortuna di essere baciato dal sole e dal mare, con un clima così favorevole, economicamente animato da un grande e famoso ospedale, da tante scuole e da un turismo che, almeno a parole, si vorrebbe far crescere.

Forse non aiuterà molto lo 0,2% del nostro misero PIL (trenta volte inferiore a quello della Cina con crescita pari al 6%) ma sicuramente il valore del nostro Capitale Urbano e Edilizio, come anche il nostro … “Capitale Sociale”.  

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