di Alessandro Distante La campagna elettorale è partita ai Massimi livelli.
A cominciare dal ritorno a Tricase di Massimo D’Alema dopo venti anni passati in giro per l’Europa e per il mondo.
Ma, assicura lui, in questi anni di apparente assenza ha seguito le nostre vicende ed è informato su tutto; eppure ricorda Cesare Lia e, con invidia, Codacci Pisanelli al quale bastava un saluto dal balcone (ma quale?) per raccogliere il 90% dei voti.
Sono sicuro che ricorderà anche le vicende di una banca che, dopo aver fatto incetta dei risparmi salentini, venne venduta a peso d’oro al MPS; oppure ricorderà le industrie del calzaturiero e la loro fine oppure quelle delle energie rinnovabili, che furono la fortuna di pochi e lo scempio delle nostre campagne.
Ha ricordato, e come farne a meno, don Tonino e la tradizione del cattolicesimo politico a Tricase contraddistintosi, a Tricase come in Italia, per quel richiamo forte all’etica della quale era impregnato aggiungo io- anche il mondo della militanza comunista.
Era un’etica che concepiva l’impegno nelle Istituzioni come servizio da rendere per la comunità, dove il singolo era espressione di un gruppo ed assicurava fedeltà ad un partito al quale era legato da motivazioni ideali se non ideologiche.
Una visione di politica molto lontana dalle cronache di questi giorni che hanno visto, a Tricase, diventare referenti di un nuovo Partito quelle stesse persone che fino all’altro ieri erano garanti della linea politica del vecchio Partito e lo rappresentavano in campagna elettorale; e le cronache hanno riportato anche la notizia del passaggio di alcuni Consiglieri comunali eletti in un Partito ad un altro, nato, però, contro il vecchio Partito. Mi metto nei panni di chi ha votato chi oggi non lo rappresenta più.
La politica –ha ricordato D’Alema- è un servizio alla comunità e richiede coerenza; ora è chiamato a verificare se quella coerenza sia ancora un valore per tutti, e soprattutto se certe scelte, a partire da chi gli è più vicino, appaiono coerenti ai cittadini. Perché, se così non fosse, chi le ha fatte avrà forse dato soluzione ad un disagio personale ma avrà dato anche un pericoloso contributo ad una disaffezione alla politica che è l’anticamera per la crisi della democrazia.