di Sergio Fracasso

Nell’ultimo numero de “Il Volantino” ho letto l’articolo (ripreso poi da un manifesto della minoranza) a firma del consigliere di minoranza Nunzio Dell’Abate al quale vorrei rispondere con le seguenti considerazioni al fine di rettificare numerosi inesattezze che non rispettano lo stato delle cose, deviando l’informazione per i cittadini, per i quali l’amministrazione lavora ogni giorno. Va fatta una premessa: è attestato che il Comune di Trecase maturi circa il 30% di raccolta differenziata, percentuale che è difficile aumentare se non si differenzia l’organico che generalmente viene deferito tra i rifiuti in maniera indifferenziata. Ad oggi non è partita la differenziazione dell’organico in quanto è, detto in termini tecnici, “anti economico”: l’impianto di compostaggio più vicino è in provincia di Taranto ciò comporta che portare l’umido in quella centrale costi di più che portarla in discarica, come si fa attualmente. Per risolvere questo problema la Regione Puglia, nel suo Piano, ha previsto tre centrali nel Salento, in particolare a Cavallino, Soleto e Tricase. Tricase dovrebbe quindi intercettare l’area del Sud Salento e L’ATO ha già finanziato la cittadina per 1.400.000,00 euro. L’impianto previsto è di dimensioni medio-piccole per circa 25.000/30.000 tonnellate all’anno e quindi 80 tn/giorno (i mega impianti di cui l’opposizione fa riferimento partono dai 90.000 tn/anno cioè 3 volte quello ipotizzato a Tricase). Il traffico veicolare sarà di 2 camion tipo bilici da 25/30 tn e 40 piccoli mezzi da 1tn, che circoleranno solo un area industriale e non urbana: il consigliere Dell’Abate ci dovrà spiegare da quale calcolo sono scaturiti i suoi “circa 100 autocarri”, visto che nei diversi incontri tenuti questi dati sono stati esposti chiaramente. Differenziare l’organico è un obbligo per noi cittadini se vogliamo proseguire nel percorso che conduca al “Rifiuto Zero”: lo chiede l’ambiente, lo chiede il nostro pianeta, che da un paio d’anni come comunicato da diversi esperti, non è più capace di rigenerarsi: l’uomo “usa” la Terra in quantità maggiore rispetto a quanto la Terra riesca a rigenerare. Vorrei ora soffermarmi sul tipo di impianto: si tratta di strutture esclusivamente AEROBICHE, cioè senza produzione di biogas; non sarà prodotto neanche un kw se non con pannelli fotovoltaici sul tetto dei capannoni. La caratteristica principale di questo impianto, che lo distingue e lo rende innovativo, è che tutte le fasi (stoccaggio del FORSU, l’umido differenziato, la triturazione, vagliatura finale e stoccaggio del compost finito) sono svolte in un area chiusa con aspirazione e trattamento delle arie, attraverso l’utilizzo di una parte dei capannoni dell’Ex Adelchi, ormai dismessi. La fase centrale e più importante nella progettazione, quindi, è quella legata al filtraggi, trattamento con scrutabile ad acqua e soluzione acida (Scrubbers), abbinato a biofiltro. Negli impianti realizzati, vengono imposti limiti alle emissioni di odori, da misurare con un metodo certificato,il potenziale impatto odorigeno, prima che l’impianto venga realizzato. Su questo, mi preme sottolineare l’affermazione dei consiglieri d’opposizione, che io ritengo di una irresponsabilità immensa: “Nel nostro territorio si registra una delle più elevate percentuali di incidenza di tumori, in particolare ai polmoni... si può accettare un altro rischio?”. Come si può parlare di incidenza dei tumori ai polmoni legata alla produzione di compost realizzato a secco? La produzione di compost di qualità, come è previsto da progetto, porterà ad avere il servizio per i nostri cittadini ad un costo vantaggioso, che permetterà di avere i nostri terreni più fertili senza l’uso di concimi e fitofarmaci, quelli sì cancerogeni! l compost, fatti di sostanza organica pulita, rappresentano un elemento chiave per l’attenuazione della desertificazione, tema molto attuale per l’emergenza Xylella e le cause del suo proliferarsi. Per ultimo mi vorrei soffermare sugli aspetti positivi dell’avere un impianto medio/piccolo di compostaggio a Tricase: un alzamento della percentuale di differenziata dal 30 attuale fino al 70%; le royalty per il Comune; un prezzo scontato del compost per i cittadini di Tricase e dei comuni aderenti; una TARI meno cara per tutti con un abbattimento almeno del 30%; una decina di posti di lavoro più l’indotto che si può creare intorno all’impianto come il confezionamento del compost. In ultimo, nelle adiacenze dell’impianto sarebbe bello pensare ad un luogo di visita e di ristoro per gli studenti (e non solo) per creare un turismo verde a Tricase.

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